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12 Dicembre 2025
Redazione 105
Lo sappiamo, le amicizie possono nascere quando l’identità è ancora in piena costruzione e trasformarsi nel tempo.
Soprattutto se nascono tra i banchi, il primo pericolo sta nel confine tra se stessi ed il gruppo.
A scuola, infatti, i ruoli vengono assegnati rapidamente: c’è il “simpaticone”, il confidente, quello che guida e quello che segue. Se questi ruoli si irrigidiscono e non evolvono, l'amicizia diventa tossica.
L'effetto è una costante pressione a rimanere ancorati a chi si era tempo prima, impedendo di sperimentare nuove versioni di sé.
Un secondo elemento distruttivo è la competizione mascherata. Sebbene una sana rivalità possa spingere a migliorarsi, quando l'amico si trasforma un metro di misura, si restringe lo spazio per l’affetto autentico e l’amicizia diventa tossica.
Inoltre, nelle amicizie disfunzionali, è possibile avere forme di controllo presentate come protezione come "Lo faccio per il tuo bene" o "Non fidarti degli altri", che in realtà nascondono il bisogno di influenzare le scelte e le relazioni dell'altro. Ed in un momento in cui il gruppo è fondamentale per la percezione di sé, questa dinamica può diventare una vera e propria gabbia.
Infine, nelle amicizie tossiche si tende a vedere ogni divergenza sfociare in silenzi punitivi, ricatti emotivi o paura di parlare. Confondere l'assenza di lite con l'armonia è un errore che alimenta frustrazione e indebolisce il legame.
La buona notizia è che un rapporto nato con queste dinamiche non è condannato. Per migliorare la situazione è necessario:
Capire che la propria libertà non spezza necessariamente il legame è il primo passo per avere un rapporto sano o allontanarsi senza sensi di colpa.