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Il nostro cervello vede il corpo maschile come un tutto, quello femminile come una parte.

E’ scientificamente provato che il corpo è percepito in due modi differenti, secondo che si sia uomo o donna. Ecco perché

Con la stagione calda, siamo letteralmente invasi da pubblicità di costumi da bagno, abbronzanti, vacanze, offerte in palestra, ricchi di immagini che lasciano ben poco spazio all’immaginazione. Siamo costantemente esposti, durante l’estate, a corpi poco vestiti. E la maggior parte, si sa, sono femminili: le parti del corpo di una donna sono spesso le più utilizzate per vendere qualche prodotto.

Quel che sostiene la scienza

Una ricerca pubblicata nel 2012 sull’European Journal of Social Psychology ha studiato in proposito il fenomeno, arrivando alla conclusione che il nostro cervello processa automaticamente le immagini in due modi diversi, a seconda che si tratti di un corpo maschile o femminile. Ciò significa che gli uomini sono visti come un tutto, come una somma di più parti del corpo che costituiscono la singola persona e la rendono unica.

Le donne invece, sono viste come se fossero scomposte in parti, catalizzando l’attenzione sui punti del corpo con un richiamo sessuale. Ciò che ha spiegato l’autrice dello studio, Sarah Gervais (University of Nebraska) non è certo rassicurante: “non è un problema che riguarda soltanto modelle o pornostar: riguarda tutte le donne”.

Di chi è la responsabilità?

Entrambi i sessi tendono a processare le immagini allo stesso modo: i partecipanti hanno riconosciuto dei corpi femminili in base ai pezzi di corpo immortalati nelle foto, mentre sono stati in grado di riconoscere un uomo solo nell’interezza del suo fisico. La ricercatrice ha spiegato che il motivo riguarda l’immagine della donna costruita dai media, ormai radicata nel cervello di uomini e donne.

Le donne sentono quindi una maggiore pressione, poiché le persone, focalizzandosi sulle singole parti del loro corpo, le portano a vedere ogni minimo difetto fisico come una fonte di vergogna, ingigantendolo.

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