22 Settembre 2016
Dormire è assolutamente fondamentale alla sopravvivenza e il benessere di ogni essere vivente. Lo sanno bene tutte le persone che, anche per lunghi periodi, sono costrette a convivere con disturbi o deprivazione del sonno.
Tutti lo facciamo, chi più chi meno… ma questo momento di “abbandono” e riposo resta ancora, per certi aspetti, avvolto nel mistero.
Sono molti gli studiosi che hanno studiato il sonno nel corso del tempo, non ultimo il dottor Christoph Nissen, psichiatra e psicoterapeuta dell'University Medical Center Freiburg in Germania, che con il suo team ha monitorato le attività cerebrali di un gruppo di 20 volontari, prima dopo una bella notte di sonno e poi dopo una totalmente in bianco.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista di settore “Nature Communications” e hanno mostrato come «i neuroni che si accendono insieme, si legano insieme», per usare le parole del dottore Nissen.
Ma cosa significa?
I test sui pazienti del dottor Nissen si sono svolti utilizzando l’elettroencefalografia (EEG) e la stimolazione magnetica transcranica (TMS), per indurre un impulso magnetico alla corteccia motoria che portasse al movimento della mano.
Dopo una notte di sonno è servito un impulso più intenso per far muovere l’arto rispetto a quando i volontari erano rimasti svegli tutta la notte, segno che – probabilmente – il cervello è più suscettibile quando privato del sonno.
Questo, che può sembrare un aspetto positivo, in realtà non lo è: la cosiddetta “plasticità associativa”, quella necessaria alla costruzione nei nostri ricordi, viene infatti ridotta dalla mancanza di sonno. Secondo le parole del dottor Nissen: «Il punto è che nelle stesse persone in cui il cervello era più sensibile dopo il periodo insonne, abbiamo notato che l’inducibilità della plasticità associativa era limitata. In pratica il sonno ripulisce le connessioni nel cervello per permettere una nuova acquisizione di informazioni».
Il sonno serve, quindi, perché il nostro cervello si ricalibri e possa imparare nuove nozioni per accumulare nuovi ricordi.