Tutto News

Sesso, droga, rock and roll (e cibo) attivano la stessa area del cervello

La scoperta pone nuovi interessanti quesiti e soluzioni per combattere le dipendenze.

Sesso, droga, rock and roll (e cibo) attivano la stessa area del cervello

10 Febbraio 2017

Sesso, droga e rock and roll. No, non si tratta più di un modo di dire. O almeno non solo.Proprio come il cibo, questi fattori, vale a dire il sesso, la musica e persino le droghe, vanno ad attivare la stessa area del cervello. A scoprirlo sono stati i ricercatori dell'Università canadese McGill capitanati da Daniel Levitin, i quali, da più di 20 anni, analizzano e studiano le radici neurochimiche del piacere. Secondo loro, gli stimoli che arrivano al cervello da cibo, sesso, droga e musica sarebbero i medesimi.

La ricerca, pubblicata sulla rivista di settore Scientific Reports, pone così nuove interessanti soluzioni per combattere le dipendenze e i comportamenti patologici legati al sesso, al cibo e alle droghe. Il team canadese aveva già effettuato numerose ricerche sugli stimoli cerebrali derivanti dall'ascolto della musica preferita dai campioni esaminati, ma stavolta ha voluto capire se la musica stimoli le stesse aree del cervello sollecitate da droga, sesso e cibo.

L'esperimento ha coinvolto un campione di 17 volontari, i quali sono stati trattati con un farmaco che cura le dipendenze, il Naltrexone, sostanza che inibisce l'effetto degli oppiacei. È stato notato che gli stessi recettori si attivano quando si è piacevolmente stimolati dal sesso, o dal cibo. Monitorando l'effetto del farmaco, gli studiosi hanno così analizzato il comportamento del cervello e il riflesso sulle emozioni.

A parte dei volontari è stato somministrato il farmaco, mentre un altro gruppo è stato trattato con sostanze innocue per sortire l'effetto placebo, e ciascuno di loro ha ascoltato la propria musica preferita. I risultati hanno evidenziato degli aspetti molto interessanti: le persone che avevano assunto il farmaco non hanno avuto le stesse emozioni ascoltando la loro canzone preferita. In altre parole, se normalmente ascoltare un brano particolare suscitava in loro emozioni positive, sotto l'effetto del farmaco la musica non aveva alcun potere. “L'esperimento ha confermato le nostre ipotesi e le impressioni riferite dai partecipanti sono state affascinanti” ha affermato Levitin, “Per esempio ci hanno detto 'so che questa è la mia canzone preferita, ma non mi fa sentire come quando la ascolto di solito'”. Insomma il Naltrexone, che inibisce i recettori degli oppiacei e delle emozioni derivanti da sesso e cibo, ha bloccato, di fatto, anche le molecole che suscitano particolari emozioni durante l'ascolto della musica preferita, che evidentemente sono le stesse.

Interviste

Radio 105 sempre con te!

Disponibile su