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La preside invita gli alunni al “ballo fascista”. I genitori si oppongono

Bambini di seconda e terza media invitati ad una serata a tema sul fascismo con tanto di “ambientazioni dell'epoca”.

La preside invita gli alunni al “ballo fascista”. I genitori si oppongono

15 Febbraio 2017

Il primo aprile, dalle 19 alle 22, presso la scuola Alessi di via Flaminia, a Roma, si sarebbe dovuto tenere il “Gran ballo in epoca fascista”, una serata a tema con “ambientazione fascista” e “musiche tipiche del Ventennio” e gli alunni della scuola media erano invitati anche ad indossare un “abbigliamento il più fedele possibile e un accessorio a tema”. Dopo la rivolta dei genitori la preside, Anna Maria Artioli, è stata costretta ad annullare la serata.

Il polverone si è alzato dopo che la preside dell'istituto, il 13 febbraio, ha inviato una circolare interna a tutti i suoi alunni dove li si invitava a prendere parte ad una “serata speciale” dove avrebbero potuto rivivere le ambientazioni tipiche del ventennio fascista. Una serata a tema insomma, per rivivere però un periodo piuttosto controverso della storia italiana. “Ricostruire la storia: l'epoca fascista nelle nostre scuole e nei nostri quartieri” si leggeva nella circolare, con tanto di foto allegata del Duce in alta uniforme che scendeva dalle scale dell'istituto romano. Fu proprio Mussolini in persona infatti ad inaugurare la scuola Alessi durante l'epoca fascista.

La circolare, come era prevedibile, non è stata affatto accettata di buon grado dai genitori dei bambini dell'istituto, anzi. Qualcuno parla di “incredibile iniziativa al limite dell'apologia del fascismo”, che è considerato reato, ed anche alcuni professori si sono schierati dalla parte dei genitori insorti. Per calmare le acqua e “al fine di evitare fraintendimenti” la preside ha subito annullato la serata, spiegando che “lo scopo non è quello di rivalutare un'epoca su cui la storia e il popolo italiano hanno già espresso chiaramente la loro indiscutibile condanna, ma quello di promuovere un'iniziativa di valore culturale” ha scritto in una seconda circolare. Una retromarcia repentina che, però, non ha evitato tutte le polemiche del caso.

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