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Oscar 2017 con gaffe: il miglior film è La La Land. No, anzi è Moonlight!
Il motivo? Una busta sbagliata consegnata alla presentatrice, che poi svela come all'interno ci fossero due biglietti.
L’ottantanovesima edizione degli Oscar si conclude con un colpo di scena o, per meglio dire, una vera e propria gaffe. Warren Beatty e Faye Dunaway, coloro che hanno annunciato i vincitori del premio come miglior film, assegnano inizialmente l'ambita statuetta a La La Land, salvo pochi minuti dopo correre sul palco smentendo tutto: “Ha vinto Moonlight. No non è uno scherzo, ha proprio vinto Moonlight!”, spiega Kimmel il presentatore arrivato sul palco visibilmente agitato e sconvolto, per poi trovare il coraggio di concludere con una battuta per sdrammatizzare una situazione diventata davvero surreale: "E' colpa mia, sapevo che avrei rovinato tutto prima della fine. Buonanotte a tutti, prometto di non tornare più”. Il motivo di tutto questo pasticcio? Una busta sbagliata, nella quale c'erano due biglietti: uno che annunciava il film vincitore, l'altro che premiava la miglior attrice, Emma Stone protagonista proprio di La La Land. E dire che i produttori del musical avevano anche iniziato il loro discorso di ringraziamento, prima di essere clamorosamente zittiti.
La società che si occupa del conteggio dei voti agli Oscar, PriceWaterhouseCooper, ha annunciato di aver aperto un'inchiesta sull'errore dell'annuncio ma a spiegare il tutto è stato, a fine serata, Berry Jenkins, il regista del vero film vincitore. “Quando ho avuto modo di leggere la busta, ho visto che c'era chiaramente scritto Moonlight. Il fatto è che nella busta c'erano due biglietti. Nell'altro biglietto c'era scritto ‘Emma Stone per La La Land’. Era dunque una copia che annunciava la vittoria della Stone nella categoria migliore attrice protagonista e Warren Beatty ha letto quel biglietto, uscito per primo dalla busta”, ha raccontato.Per vedere interamente i 7 minuti che hanno messo in imbarazzo gli organizzatori degli Oscar, ecco di seguito il video.
Photo credits: Twitter