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Scontrini e ricevute? Attenzione a privacy e a sicurezza

Sembrano dei semplici foglietti di carta, ma dentro ci sono molte informazioni personali. Mai gettarli!

Ogni volta che si ripuliscono borse e portafogli è facile che scontrini e ricevute siano gettati via senza preoccuparsi di farli a pezzi o se servono per la dichiarazione dei redditi. Però abbandonarli integri nella spazzatura significa mettere in circolazione dati che potrebbero mettere a rischio informazioni sensibili e preziose.

Ad esempio, recuperando i dati dalle ricevute di prelievo o delle operazioni di pagamento con bancomat è possibile clonare le carte di credito. Infatti, nonostante la limitazione delle informazioni su questi foglietti, i codici riportati permettono di scoprire la banca presso cui si ha il conto, il tipo di carta usato e almeno una parte dei numeri della stessa.

Lo scontrino parlante della farmacia dà accesso al codice fiscale del paziente. Dato che viene usato per recuperare password e dati d'accesso per home banking e utenze telefoniche: la truffa è in agguato. Inoltre, attraverso dei software di analisi, il codice fiscale permette di risalire a nome, cognome, data e luogo di nascita.

Anche lo scontrino ricevuto dopo una spesa al supermercato può metterci nei guai, diffondendo i dati del bancomat e quelli della carta fedeltà. Queste informazioni danno campo libero ai professionisti del vishing, una truffa con cui ci si spaccia per un operatore della società titolare della carta di credito per richiedere tutti i dati necessari per sbloccarla. Dati che serviranno invece per depredare il conto corrente del malcapitato.

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