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Disastro ambientale: muore la Grande Barriera Corallina australiana
Il riscaldamento globale ha causato lo sbiancamento e la morte dei coralli. Lo rivela un articolo scientifico.
La Grande Barriera Corallina australiana, la più grande barriera di corallo del mondo, è vicinissima alla morte a causa del riscaldamento globale. A rivelarlo è un articolo apparso sulla rivista scientifica Nature, secondo cui le cause di questa tragedia ambientale sono da ricercarsi nel temporaneo aumento di 4 gradi della temperatura del mare, che ha causato lo sbiancamento del 90% dei coralli e la morte del 20% di essi. Nella parte settentrionale della barriera sono morti addirittura due terzi dei coralli presenti. “Tra il 2015 e il 2016, le temperature record hanno innescato un episodio di pantropicale di sbiancamento dei coralli, il terzo evento su scala globale da sbiancamento di massa dal 1980”, afferma l’articolo. Per recuperare il danno subito per ogni evento di questo tipo, dicono gli scienziati, servono 5 anni.
La barriera corallina può ancora essere salvata, ma per riuscirci è necessario intraprendere un drastico cambiamento nel contrasto al riscaldamento globale, cui bisogna opporsi in modo molto più deciso rispetto a quanto non sia stato fatto finora. Secondo David Wachenfeld, coautore dell’articolo apparso su Nature, “Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno per la barriera corallina”. Negli ultimi anni ci si è impegnati per proteggere le barriere coralline dalla pesca, migliorando anche la qualità dell’acqua, ma questo non è stato sufficiente. Ci sono già degli accordi internazionali volti a migliorare il problema climatico, ma questi difficilmente vengono rispettati.
Oltre ad essere un’importante attrazione turistica dell’Australia, con 3,9 miliardi di dollari annui di entrate, la Grande Barriera Corallina è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1981, status che potrebbe perdere, se non si riuscirà ad evitarne la morte.