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08 Maggio 2017
Su quanti gruppi WhatsApp scrivete abitualmente? Molti vero? E in quanti di questi siete amministratori? Fate molta attenzione perché in futuro, forse, se siete amministratori di un gruppo sarete i responsabili di tutti i contenuti pubblicati. Questo è quello che succede in India, più precisamente a Varanasi, dove Yogeshwar Ram Mishra, il Magistrato Distrettuale, e Nitin Tiwari, il Sovrintendente della Polizia, hanno comunicato che riterranno responsabili gli amministratori dei gruppi WhatsApp in caso di contenuti illegali o punibili penalmente. In altre parole questi significa che se su un gruppo WhatsApp dovesse venire pubblicato un contenuto illecito o una fake news, l'amministratore del gruppo può anche rischiare di finire in galera.
Si tratta di un'assoluta novità nell'ambito della giustizia penale indiana, e la nuova normativa è attiva anche negli Stati dello Jammu e del Kashmir e nel distretto di Hyderabad. Se se la cosa dovesse funzionare siamo pronti a scommettere che anche altri Stati asiatici, e magari europei, prenderanno ad esempio la decisione dei magistrati indiani.
Da oggi in poi dunque, se all'interno di un gruppo WhatsApp si trova la classica “pecora nera” che pubblica contenuti che inneggiano, ad esempio, all'odio razziale, alla lotta di religione, o una fake news dai contenuti illegali, l'amministratore del gruppo può rischiare il carcere. La storica decisione della magistrature indiana mira a bloccare la diffusione delle fake news, episodi di razzismo e di cyber-bullismo, ormai un fenomeno incontrollabile proprio per la velocità con cui si diffondono le notizie. Se su Facebook è difficile indagare sulle fake news “le applicazioni di messaggistica istantanea presentano uno scenario diverso, poiché il recupero dele prove è più facile” sostiene U Ram Mohna, esperti di crimini online. “Ci sono diversi gruppi sui social media che vengono nominati sui gruppi di news e gruppi con altri nomi che stanno diffondendo notizie e informazioni che non sono autentiche, che vengono inoltrate senza controllo incrociato” recita il documento firmato dal Magistrato e dal Sovrintendente della Polizia di Varanasi. Secondo la loro teoria un amministratore di WhatsApp deve aggiungere alla conversazione solo persone conosciute e di cui si fida, e non sconociuti che potrebbero far circolare fake news. Lo spettro del carcere di sicuro metterà in guardia gli amministratori dei gruppi indiani, che ci penseranno molto bene prima di far entrare qualche utente sconosciuto all'interno della loro chat.