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06 Ottobre 2017
Vi siete mai chiesti da dove nascono tutte quelle figuracce con cui facciamo i conti quando non ricordiamo il nome di qualcuno? È capitato a tutti, e anche se i motivi appaiono misteriosi non c’è nulla di cui preoccuparsi perché è una cosa che, più o meno, riguarda gli esseri umani in generale. A confermarlo è un autorevole neuroscienziato che risponde al nome di Dean Buonomano, professore di neurobiologia alla UCLA.
In un recente video lo studioso ha spiegato nel dettaglio e con semplicità perchè ciò avviene. La prima causa delle dimenticanze è da ricercare nell’evoluzione del cervello, che è cambiato tantissimo nei millenni ma non con l’obiettivo specifico di ricordare i nomi o lunghe liste di cose: siamo stati noi umani a dargli quel compito. Tra l’altro la nascita degli appellativi è un fenomeno relativamente recente.
Il secondo motivo, il più importante, riguarda l’architettura del cervello. Citando il prof. Buonomano, “Non siamo bravi ad associare pezzi di informazione che non sono legati ad altri pezzi di informazione.” In pratica memorizziamo meglio le cose con cui abbiamo familiarità o di cui abbiamo già avuto esperienza. Quindi se, per esempio, un giorno incontriamo una persona che ci dice che fa il panettiere e facciamo una bella chiacchierata con lui, la cosa principale che ricorderemo di lui nei giorni successivi è che fa il panettiere, e non gli altri argomenti affrontati. Questo non significa che la conversazione non sia stata interessante: non è una cosa che decidiamo noi, è una cosa che decide il nostro cervello. Esso tende ad assorbire bene informazioni facili da associare ad altre informazioni che sono già in nostro possesso. In effetti tutti sappiamo chi è un panettiere e cosa fa, quindi l’associazione risulta estremamente semplice. Per questo “Le persone tendono a ricordare meglio la professione degli individui.”