Lasciano ananas in un museo, diventa opera d'arte

Se la vostra vita vi annoia e vi andrebbe di diventare famosi, magari facendovi passare per artisti, basta seguire alcuni semplici passi ed il gioco è fatto. La prima cosa da fare è comprare un ananas, la seconda consiste nell’abbandonarlo in un qualsiasi museo. Fatto ciò sarete già a buon punto, perchè qualche “esperto” si accorgerà del capolavoro, posizionandolo all’interno di una bacheca per permettere a tutti i visitatori di vederlo. Infine sarete contattati dai giornali di tutto il mondo e lì non vi resterà che godervi la bella vita.

Uno studente 22enne originario di Edimburgo, Ruairi Gray, ha acquisito enorme notorietà proprio in questo modo. Ruairi, insieme al suo amico Lloyd Jack, ha appoggiato il frutto esotico in una delle sale di una mostra vicino Aberdeen, Regno Unito. I due, per scherzo, hanno lasciato credere ai presenti che il prodotto fosse opera di un’artista. Qualcuno ci ha creduto, l’ha preso e l’ha prontamente posizionato all’interno di una prestigiosa teca.

Una delle curatrici della mostra, Natalie Kerr, ha confessato di essersi allontanata dal posto per una decina di minuti e di aver trovato l'ananas in quella posizione al suo ritorno. Gli organizzatori hanno deciso di stare al gioco ed il frutto è stato lasciato in bella vista per un paio di giorni, come se fosse parte della mostra. Gli appassionati che l’hanno visitata si saranno accorti della burla?

Il protagonista di questa divertente vicenda si è detto sorpreso dall’accaduto, ed ora punta in alto: “Non ho mai pensato di occuparmi di arte, ma dopo questo fatto mi aspetto una laurea honoris causa.” “Se qualcuno volesse acquistare il mio capolavoro, sono disposto a prendere in considerazione delle offerte.” Forse non sarà un'artista, ma il senso dell'umorismo di sicuro non gli manca!

So last week we placed a pineapple next to an art display and come in today and RGU have moved it into a glass display case. Amazing. pic.twitter.com/sMzTUlapDQ

— Lloyd Jack (@LloydJack16) 1 maggio 2017

Photo credits: Twitter