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Entro il 2050 dormiremo ben 30 minuti in meno a settimana

L'aumento della temperatura comporta notti di insonnia. A soffrirne di più sono gli over 65 e le persone con reddito più basso. Ecco la ricerca.

Soffrite di insonnia? Colpa anche del cambiamento climatico

01 Giugno 2017

Se pensavate che il cambiamento climatico potesse avere i suoi effetti negativi solo sull’ambiente vi sbagliavate. Secondo un recente studio pubblicato su Science Advances, infatti, l’aumento delle temperature sta incidendo anche sulla qualità (e sulla quantità) del nostro sonno. 

I ricercatori dell’Università della California hanno analizzato i dati del Centres for Disease Control and Prevention relativi a 765 mila abitanti americani,  intervistati dal 2002 al 2011. Tutti i soggetti campione sono stati sottoposti ad una serie di domande sul loro stile di vita e su eventuali problemi legati al sonno.  

Le risposte sono state confrontate poi con i dati sul clima. Ciò che è emerso è che ogni qual volta si verificava un aumento di temperatura (rispetto alla media) di un grado centigrado, 100 persone dovevano fare i conti con almeno 3 notti di insonnia al mese. Proporzionato all’intera popolazione statunitense questo vuol dire che, all’aumentare di un grado centigrado, negli Stati Uniti vi sarebbero 9 milioni di notti “caratterizzate da sonno insufficiente” in un mese e 110 milioni in un anno.

Inoltre è emerso che gli over 65 sono risultati essere più sensibili ai cambiamenti climatici tanto che per loro l'effetto negativo dell'aumento di temperatura risulta doppio rispetto a quanto non avvenga per i giovani adulti. Gli anziani infatti possono avere una termoregolazione corporea carente.

Ad influire, però, non è solo l'età ma anche il reddito: il gruppo di persone con reddito più basso subisce gli effetti negativi ben 3 volte in più di chi gode di una migliore situazione economica. Le motivazioni? Come si legge sulla rivista su cui è stata pubblicata la ricerca, "ad esempio, gli individui più facoltosi possono essere in grado di permettersi l'aria condizionata durante la notte, mentre quelli con basso reddito non possono".

"Ciò che il nostro studio dimostra - chiarisce Nick Obradovich, che ha guidato la ricerca - è non soltanto che la temperatura dell'ambiente in cui si dorme può giocare un ruolo importante, ma che il cambiamento climatico può peggiorare la situazione aumentando i casi di insonnia".

E le previsioni per il futuro non sono affatto promettenti: entro il 2050, a causa dell'aumento di temperatura potremmo dover considerare 6 notti supplementari di sonno insufficiente per 100 individui e circa 14 notti dal 2099.

 

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