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Insulti su Facebook: basta un "like" ad un commento negativo per commettere un reato!
A Zurigo un caso senza precedenti: uomo condannato per diffamazione per aver cliccato "mi piace" a commenti offensivi.
La prossima volta che sentirete dire qualcuno “Facebook è un gioco”, “I social network non sono una cosa seria”, smentitelo immediatamente. Un “mi piace” al link, alla pagina o alla foto sbagliata può costarvi caro. Lo dice il Tribunale distrettuale di Zurigo, che ha condannato un uomo tenendo in considerazione i suoi “like” su Facebook. Non è fantasia, ma la realtà davanti cui ci mette una società completamente pervasa dalla tecnologia: la vita virtuale sta acquisendo un’importanza crescente, per questo è impossibile ignorarla. I tribunali possono decidere le condanne anche basandosi su alcune semplici e quotidiane “mosse” che facciamo, a volte inconsapevolmente ed in buona fede, sul web.
Il protagonista di questa vicenda è un uomo di 45 anni che è stato condannato dal Tribunale di Zurigo per aver diffamato, attraverso l’uso di termini quali "antisemita", "razzista" e "fascista", l'animalista Erwin Kessler. L’incredibile novità di questa storia, che la rende senza precedenti, sta nel fatto che l'uomo non ha avuto bisogno di scrivere nulla: sono bastati alcuni suoi like a commenti offensivi scritti da altre persone per essere colto in fallo! Il motivo? Secondo il Tribunale è sufficiente un "mi piace", al giorno d'oggi, per diffondere opinioni e giudizi perseguibili penalmente.
Il 45enne potrà ora fare ricorso ma questa vicenda ci fa insegna che la nostra vita su Facebook, ed in generale sui social network, è una cosa seria ed a volte potremmo anche doverne rispondere davanti alla legge.
Massima cautela, d’ora in poi, nella scelta dei link e dei commenti cui mettere “mi piace”!