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27 Luglio 2017
“Licenziato in tronco per la pasta al dente: dovevo essere assunto il 4 agosto a tempo indeterminato, ma non sono arrivato a finire il quarto mese di prova”. Con queste parole il cuoco bolognese Maurizio Landi ha raccontato la sua avventura in un ristorante francese. Landi, approdato in Francia dopo essere stato per 15 anni il proprietario e il cuoco di un’osteria in centro a Bologna, ha cercato di difendere la cucina tradizionale italiana in tutti i modi, ma non ce l’ha fatta. E questo gli è costato non solo l’assunzione a tempo indeterminato, ma addirittura il posto di lavoro.
Ma ecco come è andata la storia. Dopo aver chiuso l’osteria in Italia per problemi economici, Maurizio Landi trova lavoro in un bistrot nei pressi di Lione. “Mi sono adattato molto alla loro cucina - racconta - ma una sera ho deciso di proporre a quattro clienti una bella pasta all’italiana. Così ho cucinato la carbonara, ma gli ospiti l'hanno lasciata nel piatto”. E volete sapere perché? “La pasta era troppo al dente”. Incredibile ma vero. Landi ha provato a spiegare che la pasta si mangia al dente e non stracotta, come piace ai cugini d’Oltralpe, ma niente da fare: il suo titolare qualche giorno dopo ha optato per un bel licenziamento.
Addirittura, racconta ancora Landi, “Mi hanno chiesto molte volte di fare gli spaghetti alla bolognese e io non mi sono mai prestato. Lasciavo pronto il ragù alla bolognese e lo usavano durante il mio giorno di riposo con gli spaghetti, a nulla serviva dire che quel piatto non esiste e che per il ragù ci vogliono le tagliatelle”.
Alla fine, però, la tenacia del cuoco italiano non è stata vana. Dopo essere stato messo a casa per una pasta troppo al dente, ha trovato un altro posto di lavoro, mettendo questa volta subito le mani avanti: “Sappiate che io la pasta ve la faccio, ma la faccio al dente, sia chiaro”.
Photo credit: Facebook