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Un cittadino su due è in sovrappeso: in Trentino parte il piano regionale

Avviato un progetto di ricerca con gli atenei di Trento e Bolzano, per contrastare i problemi relativi ad obesità e invecchiamento

In Trentino è partito un ambizioso progetto scientifico intitolato «Ambiente, alimenti e salute» (in acronimo Efh, dall’ inglese «Environment, Food, Health»), che ha come obiettivo quello di combattere l’ obesità e le malattie croniche associate all’ invecchiamento della popolazione.

I dati sono piuttosto allarmanti.

«Più del 50% della nostra popolazione è attualmente in sovrappeso e un quinto, il 20%, è obeso» come spiega il presidente di Fem, Andrea Segrè.

Solo in Trentino Alto Adige, si registrano mille ricoveri per patologie legate al peso. 600 solamente a Bolzano.

Cosa fare? Per prima cosa verrà attivato un dottorato di ricerca mirato (con 12 borse complessive) e comprendente uno studio clinico su 200 pazienti sovrappeso.

Per la prima volta un consorzio raggrupperà varie istituzioni dell’ Euregio (tra le tante vi sono Fondazione Mach, Università di Trento, ospedale San Maurizio di Bolzano, ospedale Santa Chiara di Trento, Libera Università di Bolzano, Centro di sperimentazione Laimburg, ma l’ elenco è ancora lungo).

Per 48 mesi tutti i firmatari studieranno l’ interazione di fattori quali ambiente, genetica, cibo e salute con due importanti problematiche dell’ occidente: obesità e invecchiamento. Si parla inoltre di un finanziamento iniziale di 1,2 milioni su base triennale.

Segrè  ha poi aggiunto:

«Entro il 2060 oltre il 20% della popolazione dell’ Euregio avrà più di 65 anni.

A ciò si aggiunge un’ altra considerazione: più del 50% della nostra popolazione è attualmente in sovrappeso e quasi il 20% è obeso».

Il progetto di ricerca si declinerà su due fronti. In prima battuta, il dottorato di ricerca multidisciplinare (e interregionale) bandirà dodici posizioni, di cui quattro in ambito clinico.

«Verranno infatti monitorati duecento pazienti in sovrappeso, poi suddivisi in quattro gruppi da cinquanta» ha spiegato Mattivi.

I risultati delle diverse terapie condotte nei singoli gruppi aiuteranno a comprendere quali alimenti tipici della dieta alpina migliorano la salute, riducendo l’ esposizione a malattie cardiovascolari.

Poi si passerà alla seconda missione del progetto: stabilire una dieta alpina mediterranea che prevenga stili di vita rischiosi.

«Vogliamo dimostrare che si può declinare una versione alpina della dieta mediterranea, basata sui cibi e sulla cultura del cibo locale», ha concluso Segrè.

Siamo fiduciosi. Ma nel caso non dovessero esserci dei risultati ottimali, l'alternativa potrebbe essere quella di trascorrere un periodo tra pascoli e scalate in altura, per ritrovare il peso forma.

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