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22 Febbraio 2018
La confessione di Nadia Toffa, andata in onda in occasione del suo ritorno alla guida del programma televisivo “Le Iene”, ha sorpreso tutti.
Nadia ha confessato di aver affrontato e sconfitto un cancro nel giro di due mesi, a seguito di un improvviso malore che ha destato la preoccupazione mediatica a dicembre scorso, e ha voluto incoraggiare chi si trova a vivere un’esperienza del genere con parole molto positive.
Non sono mancate le reazioni sui social, con una lunga serie di commenti che hanno mostrato solidarietà e consensi per le parole della Toffa.
Come spesso accade, però, c’è anche chi non si trova d’accordo con l’opinione pubblica e presenta la propria versione, raccontando un’altra verità, non meno degna di ascolto.
Durante il suo intervento televisivo Nadia aveva detto “Chi combatte contro il cancro è un figo pazzesco”.
Di tutt’altro avviso sembra essere un’utente di Facebook, Catia Brozzi. Pur premettendo di essere una fan della Toffa, Catia non ha potuto fare a meno che dissentire dalla sua dichiarazione.
Il suo post ha ottenuto molto seguito, e altrettanti pareri favorevoli:
“Qui, esistono realmente persone fighe, e sai chi sono secondo me? Sono le persone che assistono un malato oncologico. Sono quelli che devono mantenere il sorriso, ogni giorno mentre corrono da un ospedale all'altro in cerca di risposte. Sono quelli che decidono anche di mentire guardando negli occhi la persona amata, ripetendo che andrà tutto bene mentre il loro cuore batte così forte che rischiano di trovarselo fuori dal petto. Le persone fighe, sono quelle che tengono per mano, per una notte intera la persona amata, sapendo bene che quella potrebbe essere l'ultima notte” ha scritto sul social network.
In sostanza Catia lascia intendere che la notorietà può offrire una corsia preferenziale anche quando si tratta di cure mediche e trafile ospedaliere.
"Beata te cara Nadia Toffa che in due mesi hai scoperto di avere un tumore, hai fatto l'intervento, chemio e radio, sei già al lavoro e ti dichiari guarita".
“Sai, qui, nel mondo di noi comuni mortali, ci sono persone che in due mesi non riescono neanche ad avere una diagnosi, dati i tempi biblici delle prenotazioni ospedaliere, magari muoiono ancor prima di sapere di che male soffrissero. Qui ci sono persone che dopo addirittura decine di anni, quando ormai tutte le statistiche di questo (sporco) mondo li davano finalmente per GUARITI hanno ricominciato tutto daccapo".