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Aumenta l’aggressività sui social. L'allarme del Censis

L’odio sul web è un problema sempre più diffuso. Quali sono le soluzioni da adottare?

L’uso dei social network sta entrando sempre di più nella vita degli esseri umani, imponendo grandi cambiamenti.

All’inizio la cosa ha comportato il grande vantaggio di poterci connettere con persone lontane in una vera e propria piazza di dimensioni enormi. Ma col tempo sono nate anche alcune problematiche.

Una di queste è legata all’aggressività sul web, che si manifesta sempre più frequentemente.

Sui social, infatti, ogni scusa è buona per attaccare e offendere il prossimo, non solo manifestando liberamente il proprio malcontento e disagio ma anche contestando senza un motivo attendibile le opinioni altrui.

I dati raccolti dal recente rapporto del Censis parlano chiaro: le minacce sono aumentate del 35,3% dal 2004 al 2009, mentre le lesioni e le percosse crescono del 26,5%. Non è tutto: i reati a sfondo sessuale fanno registrare un +26,3%.

La tendenza all’aggressività è molto diffusa anche in campo politico e tra i personaggi del mondo dello spettacolo, che a volte cercano di minare la reputazione degli altri per migliorare la propria. Appare un’abitudine diffusa quella di credere che alzando la voce si possano ottenere maggiori consensi.

I Social sono uno spazio che lascia ampia libertà con poche regole e tutele. Il più famoso, Facebook, potrebbe persino aprire le porte ai tredicenni. Farne buon uso, dunque, non è semplice.

Facilissimo è invece generare un polverone premendo con leggerezza sulla tastiera del pc o sullo schermo di uno smartphone.

Prima di tutto si perde di vista il fatto che un discorso messo per iscritto possa essere interpretato in mille modi diversi dai lettori. Quanti equivoci nascono sul web, per una faccina omessa o per una punteggiatura non corretta? Sui social regnano incontrastati i fraintendimenti.

In fondo l’obiettivo di molti è piacere agli altri. E per farlo ognuno cerca di ritagliarsi un proprio spazio personale, magari anche a costo di sfogare tutti i propri malumori in pubblica piazza.

L’aggressività che si diffonde in rete può anche dipendere dalla mancanza d’affetto, specie in ambito familiare. Ma “l’educazione ai social” può davvero diventare una materia da studiare nelle scuole?

Di sicuro sarebbe il caso di prendere in considerazione l’idea, visto che l’odio sul web è una realtà concreta che rischia di estendersi anche fuori dal mondo virtuale.

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