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Il compagno di classe è epilettico e gli amici hanno un piano per aiutarlo: la commovente storia da Riccione
I bambini hanno preparato un cartellone in cui sono segnati i compiti di ciascuno. Perché l’unico modo per affrontare un’emergenza è farlo insieme
I bambini sono spesso capaci di grande maturità.
Nonostante la giovane età, in diverse occasioni riescono a dimostrare grande attenzione e cura nei confronti del prossimo, specialmente se quel prossimo è un loro coetaneo in difficoltà.
Una terza elementare di una scuola di Riccione ha dimostrato che quando qualcuno ha bisogno di aiuto i bambini sono sempre pronti a dare una mano.
Pietro (il nome è di fantasia) ha solo 9 anni e soffre di epilessia. A novembre, proprio mentre era in classe, è stato colpito da un attacco epilettico che gli ha provocato convulsioni, scosse improvvise e gli ha fatto perdere conoscenza. È seguita la corsa in ospedale e la diagnosi: «Anomalie epilettiformi interessanti».
Dopo qualche settimana Pietro è tornato a scuola e ad attenderlo c’era una sorpresa stupenda.
I compagni avevano creato un cartellone scritto da loro in cui si dividevano gli “Incarichi di emergenza”.
Nel caso Pietro sia colpito da un nuovo attacco, ogni compagno ha il suo ruolo ben preciso per essere d’aiuto.
Tutti insieme sono pronti a dare una mano all’amico. Ognuno a modo suo.
Lia corre a prendere il farmaco nel secondo cassetto, Tommaso va a chiamare i bidelli, Leo e Giordano chiamano un insegnante delle classi vicine, Giulia prende il cuscino, Gaia e Josef il cellulare dalla borsa della maestra e Diana resta vicino alla maestra. Il cartellone è colorato con i pennarelli ed è molto chiaro e ordinato. E in caso di assenza ci sono anche i nomi dei sostituti.
Al Corriere della Sera i genitori di Pietro hanno raccontato quanto siano stati commossi nello scoprire il cartellone quando si sono recati a scuola per ritirare la pagella:
«Trovarsi ad affrontare a nove anni attacchi così potenti è difficile. Quando all’improvviso scoppiano le crisi di epilessia, mio figlio non è più lo stesso: si irrigidisce, gli si capovolgono gli occhi, perde saliva dalla bocca. Entro cinque minuti bisogna bloccare la crisi, e lo si può fare solo collaborando tutti insieme. I compagni di classe di mio figlio gli hanno fatto una sorpresa incredibile. Lo stanno aiutando ad accettare la sua situazione. E sono pronti a salvarlo».
L’artefice della mobilitazione generale è Elena Cecchini, maestra di italiano della 3D della scuola “Annyka Brandi” di Riccione.
La mamma di Pietro ha dichiarato su Facebook:
«L’insegnante di mio figlio ha parlato ai bambini, spiegando loro cosa sia l’epilessia. Ha detto che non si può arginare il problema, ma lo si può affrontare insieme, ognuno con un compito da svolgere e la propria missione da vincere».
E ha aggiunto:
«Questi ragazzi stanno dando prova di un altruismo immenso. Un domani non esiteranno a dare una mano a chi incontreranno in difficoltà lungo la loro strada. È l’esempio che la scuola è davvero una palestra di vita».