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Lazio, volantino contro le donne in Curva Nord: «Non sedetevi nelle prime file»
Il messaggio circolava su fogli distribuiti all’Olimpico, firmati dagli ultrà ‘Irriducibili’, e ha fatto il giro del mondo
È risaputo che il calcio sia un argomento considerato sacro per gli appassionati.
Ma l’episodio che coinvolge alcuni tifosi italiani e che sta facendo parlare di sé anche a livello internazionale, ha dei tratti tutt’altro che sportivi.
Durante la sfida tra Lazio e Napoli all’Olimpico, a Roma, primo big match della Serie A 2018-19, gli storici ultras laziali di estrema destra hanno diffuso un volantino che ordinava di tenere le donne lontane dalle prime file. Ecco il messaggio dei membri della Curva Nord:
«La Nord per noi rappresenta un luogo sacro. Un ambiente con un codice non scritto da rispettare. Le prime file, da sempre, le viviamo come fossero una linea trincerata. All’interno di essa non ammettiamo donne, moglie e fidanzate, pertanto le invitiamo a posizionarsi dalla 10/a fila in poi. Chi sceglie lo stadio come alternativa alla spensierata e romantica giornata a Villa Borghese, andasse in altri settori». La firma è Direttivo Diabolik Pluto, uno dei capi degli Irriducibili della Curva Nord della Lazio.
Il quotidiano inglese The Guardian ha parlato dei tifosi biancocelesti chiamandoli «i famigerati ultrà» e la BBC ha scritto che «si sono creati una fama di violenti, razzisti e antisemiti».
Gli stessi ultrà avevano fatto circolare, lo scorso anno, adesivi che ritraevano Anna Frank con la maglia della Roma (la Lazio aveva pagato poi una multa di 50 mila euro).
Il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, ha preso le distanze dall’episodio:
«Non ne sapevamo nulla, si tratta di un’iniziativa autonoma da parte della tifoseria della Nord. Non è la posizione della società, noi siamo contro ogni discriminazione», ha dichiarato all’Ansa.
Intanto, un comunicato di un gruppo di tifose che è stato riportato da SportMediaset, risponde al gesto:
«Siamo un gruppo di Donne cresciute in curva che vedono la curva come un ruolo sacro e che rispettano quel codice non scritto, ma siamo rimaste indignate nel leggere quelle undici righe nero su bianco e fatte girare di mano in mano prima della partita. Anche noi prendiamo le distanze da quei laziali che non danno il giusto valore alla Nord con comportamenti poco adeguati, come prendiamo le distanze da quei laziali che con gesti e parole non si ricordano che sono stati messi al mondo da una Donna».
La curva della Lazio si distingue ancora, perché esclude le donne dalle prime file allo stadio.
— Lia Quartapelle (@LiaQuartapelle) 19 agosto 2018
A gennaio per le figurine antisemite la Lazio fu condannata solo a pagare una multa. Servono condanne più severe. Quelle delle curve non sono ragazzate e le società sono responsabili. pic.twitter.com/hwkXiCAia7