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Novità sul divorzio: ecco come cambiano assegni e mantenimenti
L’assegno di mantenimento decade nel caso di una nuova convivenza o di un nuovo matrimonio.
Nel disegno di legge in materia di divorzio, votato ieri sera dalla Camera e ora al vaglio del Senato, sono davvero tante le novità, molte delle quali riguardano l’assegno di mantenimento. Tanto per cominciare, non sarà più valido il parametro del tenore di vita per stabilire l’importo: si terrà conto, invece, di tanti altri aspetti, come la durata del matrimonio, l’età, le condizioni di salute, l’eventuale ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive del richiedente, e il contributo che ciascun coniuge avrà dato alla conduzione familiare e al patrimonio comune, oltre che alla cura di figli minori.
Le cose cambieranno anche per tutti quei casi in cui il coniuge richiedente si risposa o inizia una nuova convivenza: quando la situazione familiare del richiedente cambia, infatti, d’ora in poi l’assegno andrà a decadere e non potrà essere ripristinato, nemmeno se il coniuge torna a essere single.
A questo punto viene spontaneo chiedersi se queste nuove norme non vadano a danneggiare in maniera eccessiva il coniuge più debole a livello economico ma, in realtà, secondo i promotori della legge non è così: i nuovi criteri, infatti, non escludono il diritto del coniuge economicamente più debole a ricevere l’assegno in caso di divorzio, semplicemente stabiliscono che ciò avvenga solo in precise condizioni e, anzi, con queste nuove procedure il matrimonio dovrebbe finalmente cessare di essere considerato come il raggiungimento di una sicurezza economica a vita e, dunque, una scalata sociale.