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Torna la truffa delle telefonate mute dalla Tunisia: ecco cosa fare

Questa truffa può arrivare a prosciugare il credito delle vittime.

In questi giorni è tornata a mietere vittime la truffa delle chiamate mute dalla Tunisia. Di questa truffa si è parlato per la prima volta diversi anni fa e sembrava ormai un problema definitivamente risolto, ma i fatti dimostrano che le cose non stanno così.

Si tratta di telefonate che arrivano appunto dalla Tunisia, riconoscibili per il prefisso +216 del chiamante. A volte si tratta semplicemente di uno squillo e la vittima trova la notifica di chiamata nell'elenco delle chiamate perse. La truffa si avvia quando l'utente risponde alla chiamata o quando, presa dalla curiosità, richiama il numero che ha trovato tra le chiamate perse.

Si tratta infatti di numeri a pagamento che prosciugano il conto telefonico della vittima a vantaggio del truffatore con costi che si aggirano anche intorno a 1,50 euro al secondo.

Evitare la truffa è semplice: basta non rispondere alla chiamata e, ovviamente, evitare di richiamare il numero che si trova tra le chiamate perse. Ma sottrarsi all'inganno diventa complicato quando si è poco pratici di smartphone.

In questo caso le soluzioni sono diverse: si possono disattivare le chiamate internazionali in uscita o deviare automaticamente in segreteria i numeri sconosciuti. Questi rimedi interferiscono però anche con le chiamate legittime.

In alternativa è possibile installare app (come "TrueCaller" e "Dovrei Rispondere") che, collegate a database di utenti, intercettano automaticamente i numeri truffaldini, evitando che il telefono squilli.

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