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Massimo Picozzi: le 10 regole per proteggere i nostri bambini

Riascolta la diretta di “CSI Milano” con Tony & Ross e il popolare criminologo e scopri come affrontare il problema della sicurezza dei bambini.

Massimo Picozzi: le 10 regole per proteggere i nostri bambini

31 Maggio 2016

Massimo Picozzi: le 10 regole per proteggere i nostri bambini. In diretta con Tony & Ross con il consueto appuntamento onair “CSI Milano”, l’illustre psichiatra e criminologo Massimo Picozzi ha voluto aprire una parentesi dedicata alla sicurezza dei bambini e all’importanza, da parte degli adulti che ne hanno la responsabilità, di modificare alcuni comportamenti obsoleti e controproducenti. A cominciare dalla famigerata raccomandazione, spesso disattesa davanti ai piccoli proprio dai grandi, di “non parlare con gli sconosciuti”. Il perché, lo ha spiegato in diretta e nel suo vademecum.

Riascolta l'intervento di Massimo Picozzi nel corso di "CSI Milano":

Obiettivo del vademecum di Picozzi dal titolo "Bimbi sicuri, bimbi al sicuro", pubblicato in collaborazione con la Polizia di Stato e Save the Children, è, come recita il sottotitolo, aiutare i genitori ad “affrontare il problema sicurezza dei bambini parlandone con i diretti interessati, i figli. Figli, come ricorda l’autore, ai quali si spesso viene dedicato poco tempo e che vivono in un mondo nel quale “possono diventare vittime degli abusi e delle violenze dei grandi”. Il pericolo, insomma, è dietro l’angolo, ce lo ricorda la cronaca di tutti i giorni, ma “per questo”, sostiene Picozzi, “dobbiamo mostrarci attenti e consapevoli, non spaventati”.
Come?


Ecco 10 regole per i grandi…


1 - Bisogna sapere, in ogni momento della giornata, dove sono i nostri figli. Dobbiamo conoscere i loro amici e gli ambienti che frequentano, dire loro, con semplicità e chiarezza, quali sono i luoghi che possono e quali non possono frequentare. Quando sono fuori di casa, devono sempre avvertirci se si spostano, in particolare se ci sono stati cambiamenti nei loro programmi. Ma non basta, perché occorre far capire che queste piccole regole sono il segno del nostro desiderio di essere parte della loro vita e delle loro esperienze, che ciò che fanno ci interessa molto. Che non si tratta solo di un controllo, di un arido ed egoistico controllo. Abituiamoli, allora, a conoscere anche i nostri movimenti. Diciamogli dove siamo, dove stiamo andando, i contrattempi che ci bloccano o c’impediscono di arrivare puntuali. Così sembrerà a loro naturale fare lo stesso.

2 - Non lasciamo mai un bimbo incustodito in un’auto. Ricordiamogli di non chiedere mai un passaggio, di non avvicinarsi alle macchine, di salirci e mettersi a parlare, o andare in qualunque posto con qualcuno che non conoscono, senza prima avere ottenuto il nostro permesso.

3 - Stiamo attenti a chi dedica attenzioni eccessive ai nostri figli o fa loro regali di qualunque genere. Prendiamoci il tempo che occorre per parlare con loro di quella persona, e cercare di capire perché sta agendo in quel modo.

4 - Insegniamo ai nostri bimbi a fidarsi delle proprie sensazioni e che hanno il diritto di dire di no a chiunque li tocchi o faccia qualcosa che li spaventi, li imbarazzi o li metta in confusione e in difficoltà. E che si tolgano dalla situazione il più presto possibile. Se non possono andarsene, spieghiamo loro che è più importante sfuggire da una situazione minacciosa che apparire bene educati. Non si devono fare problemi a resistere, anche gridando «questa persona non è il mio papà/la mia mamma». E che poi vengano a parlarcene, perché noi siamo lì per aiutarli, è giusto che ci dicano tutto, e non ci sogneremo mai di giudicarli male.

5 - Dobbiamo anche stare attenti se ci raccontano che non vogliono più andare con questa o quella persona, perché può essere il segno di qualcosa che non va, non solo che un’attività o una compagnia ha smesso di interessarli.

6 - Facciamoci coinvolgere nelle attività dei nostri bambini. Se partecipiamo a quello che fanno, avremo anche una migliore opportunità di osservare come gli adulti che se ne occupano si muovono e stanno con loro. Se poi ci preoccupa il comportamento di qualcuno in particolare, parliamone con i responsabili dell’organizzazione, che si tratti per esempio della scuola, dell’oratorio oppure di una società sportiva.

7 - Siamo sensibili ai comportamenti e agli atteggiamenti dei nostri bimbi. È importante cogliere anche piccoli indizi di qualcosa che li preoccupa, perché non sempre sono in grado di capire con facilità le situazioni o le emozioni che li disturbano. Magari hanno paura delle nostre possibili reazioni. E allora, quando si confidano con noi, sforziamoci di apparire tranquilli, senza assumere atteggiamenti di critica. O, peggio, di giudizio.

8 - Stiamo attenti alle persone cui affidiamo i nostri bimbi, siano esse baby sitter o educatori. Chiediamo consiglio ad amici o ad altre famiglie per le quali hanno lavorato. Una volta scelta la persona a cui affidarli, magari programmiamo di rientrare qualche volta inaspettatamente, e approfittiamone per vedere cosa stanno facendo. Chiediamo ai bambini come si trovano e ascoltiamo con attenzione le loro risposte.

9 - Sfruttiamo le uscite, magari in un viale o in un parco pubblico, per verificare con i nostri bambini cosa farebbero in caso di bisogno. Spieghiamo loro, per esempio, come usare un telefono pubblico, o distinguere chi può essere d’aiuto se si sono smarriti.

10 - Se nella comunità avviene un incidente e nostro figlio ci domanda cosa è successo, parliamogli francamente, ma insieme rassicuriamolo. Spieghiamogli che vogliamo discutere con lui le regole della sicurezza, in modo che sappia come comportarsi, se mai si trovasse ad affrontare una situazione di difficoltà. Mettiamo in pratica quello di cui parliamo. Possiamo pensare che i nostri bambini abbiano capito il messaggio, ma non lo avranno compreso bene fino a quando non saranno capaci di viverlo nella vita quotidiana. Troviamo allora l’occasione di esercitarci insieme in situazioni tipo ‘cosa faresti se...?’.

Nel suo vademecum "Bimbi sicuri, bimbi al sicuro", Massimo Picozzi dispensa utilissimi consigli anche ai più piccoli, a cominciare dalle prime quattro regole da ricordare sempre, regole che i grandi potranno insegnare serenamente ai loro figli, cioè non andare in giro da solo, informare sempre i genitori di dove sei diretto, sapere bene che il mio corpo è solamente mio nonché dire sempre di ‘no’ se qualcuno mi fa sentire imbarazzato o spaventato e poi andare a raccontare quello che è successo a mamma o papà.

Segno dei tempi, infine, pericolosissime insidie per i più piccoli si nascondono anche in rete, a cominciare dagli affollatissimi social network, e nell’utilizzo dei cellulari. Sebbene questi strumenti possano essere protetti parzialmente con meccanismi di blocco o filtri automatici, è buona norma vigilare sull’utilizzo degli stessi da parte dell’adulto e seguire le 10 semplici regole che seguono..

1 - Attenti ai propri dati personali. Il nome e cognome, l’indirizzo di casa, quello della scuola, il proprio numero di telefono, ma anche l’indirizzo email, sono dati privati e non devono quindi essere comunicati, soprattutto se non si conosce realmente la persona che si è incontrata online. La privacy è un valore e un diritto. Quando ci si registra in un sito web, che sia una community o un social network, vengono richieste informazioni personali che possono essere lette da tutti, ovvero sono pubbliche. È quindi abbastanza facile per chiunque conoscere abitudini, hobby personali, inclinazioni, indirizzo email, a volte anche il numero di telefono, e avvicinare con facilità un bambino. È perciò importante insegnare che i dati personali non devono essere diffusi con leggerezza.

2 - Non inviare mai fotografie personali a qualcuno che non si conosce. Le foto possono andare in mano a persone male intenzionate ed essere riutilizzate, girando per la rete per moltissimo tempo. Per esempio, dobbiamo sempre ricordarci che se carichiamo una nostra immagine sulla rete, magari per completare il nostro profilo in una community, poi ne perdiamo il controllo.

3 - Appuntamento? No, grazie! Non si può mai essere veramente sicuri di chi potrebbe esserci dall’altra parte del filo. Chi si presenta come adolescente potrebbe essere in realtà un adulto; chi dice d’essere un uomo potrebbe essere una donna e viceversa. Quindi un bambino non deve mai accettare un appuntamento fissato tramite la rete o, comunque, mai andarci da solo, ma sempre accompagnato da un adulto.

4 - Vicino ai bambini online. Stare accanto ai nostri figli mentre navigano è utile sia per avvicinarci al loro mondo, in cui ormai internet e cellulari occupano un ruolo centrale, sia per vigilare e intervenire nel modo più efficace. Spetta comunque a noi spiegare ai bambini che grazie a internet si possono fare tantissime cose divertenti ed educative, ma anche brutte esperienze.

5 - Mai il computer nella stanza dei bambini più piccoli e mai lasciare i più piccoli soli davanti al pc. Il pc deve essere collocato in una zona della casa frequentata da tutti i familiari, che non sia la stanza dei bambini quando sono piccoli. La possibilità, navigando sulla rete, di incontrare contenuti non adatti all’età del bambino, o comunque disturbanti, è molto alta.

6 - Siti e chat-room? Moderate, grazie. È opportuno pensare a un archivio «preferiti» che raccolga i siti adatti all’età dei nostri figli, in cui essi possano navigare e comunicare in tranquillità. Dobbiamo essere certi che le chat siano moderate e verificare che la moderazione sia efficace. Ci sono chat con moderatori automatici che agiscono in base alle parole utilizzate, e chat con persone in carne e ossa che vigilano in tempo reale su quanto avviene nella chat stessa. Naturalmente quest’ultima modalità è preferibile. I telefoni cellulari.

7 - Chiedere informazioni sui servizi offerti al momento dell’acquisto. Chiediamo informazioni sul cellulare che stiamo acquistando per i nostri figli, i servizi offerti e le modalità di blocco a contenuti che non sono adatti a loro. Chiediamo anche come e dove segnalare abusi o molestie eventualmente ricevute via cellulare.

8 - Attenti ai servizi a pagamento attivabili sul telefonino. Suonerie, oroscopi e altri servizi attivabili sul telefonino in genere vengono offerti gratuitamente la prima volta o per un certo periodo, ma poi il prelievo dal credito risulta continuo. La maggior parte di questi servizi, in particolare le suonerie, è diretta ai bambini e agli adolescenti.

9 - No all’invio d’immagini personali a sconosciuti. Alcune indagini della Polizia di Stato hanno portato alla luce che ci sono adulti che chiedono l’invio d’immagini personali a bambini, bambine e adolescenti in cambio di ricariche telefoniche. Spesso il primo contatto con il ragazzo e la ragazza avviene semplicemente con una telefonata che appare casuale, fatta proprio per trovare un minorenne. Bisogna sempre conoscere l’uso che i nostri figli fanno dei telefonini e, per i più piccoli, dobbiamo controllarne i contenuti.

10. Attenti al bullismo. Il fatto che internet e i cellulari spesso garantiscono l’anonimato può favorire atti di bullismo da parte di coetanei, o comportamenti invadenti e di disturbo, per esempio uno squillo ripetuto fastidiosamente, anche di notte, da un utente non identificato. Un comportamento deviante o trasgressivo può poi essere amplificato, filmato con i telefonini e, attraverso video e fotografie, girare per la rete ed essere scambiato con altri. Dobbiamo avvertire i nostri figli di queste eventualità, essere informati se qualcosa accade e prestare particolare attenzione a ogni possibile segno di disagio..

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