25 Novembre 2013
Con la querelle legale relativa ai risarcimenti sullo sfondo, il dottore di MJ parla degli ultimi giorni di vita del Re del Pop
Murray nel mirino. Dopo che la famiglia Jackson ha perso la causa miliardaria contro i promoter dell'ultimo tour di Michael Jackson (la società Aeg) spuntano col contagocce altri retroscena di quanto accaduto al Re del Pop negli ultimi giorni prima del decesso. Nel mirino ci torna Conrad Murray, medico personale del cantante, ritenuto dalla famiglia il responsabile della morte di Jackson.
Il condannato. E sono dichiarazioni processuali pesanti quelle che fa il medico della popstar condannato a 4 anni per la sua morte. Murray ha svelato il rapporto e la vicinanza con Jackson. La morte del cantante resta un mistero, con il medico condannato che dichiara la sua innocenza e imputa la morte ad un overdose accidentale di sonniferi, ma restano le parole di una triste intimità.
Rapporto "intimo". In un’intervista al Daily Mail, Murray dichiara: "Volete sapere quanto eravamo vicini io e Michael? Ogni notte toccavo il suo pene. Dovevo mettergli un catetere perché non perdesse urina mentre dormiva".
Le pressioni esterne. Secondo il medico poi Jackson subiva le pressioni di Aeg executives, pressioni che lo avrebbero indotto all’abuso di propofol: "Andavano a casa sua e gli dicevano: "Noi paghiamo per questa casa. I ghiaccioli che succhiano i bambini, li paghiamo noi. Le nove guardie del corpo, le paghiamo noi. Paghiamo anche per la carta igienica con cui ti pulisci il sedere". Se non avesse fatto lo show sarebbe finito. Anzi, rovinato. Non aveva un centesimo. Sarebbe finito in strada".