02 Dicembre 2013
Il poeta dei diritti civili accusato da un’associazione croata per le sue dichiarazioni sulla guerra nell'ex Jugoslavia e sull’odio razziale: si andrà a processo
Paradossi. Uno tra i più noti pacifisti della scena musicale internazionale denunciato per razzismo. Sembra assurdo ma neanche Bob Dylan non può dormire sonni tranquilli e così, nonostante le sue storiche battaglie per i diritti civili, è stato accusato di razzismo da un’associazione culturale croata che ha la sua sede in Francia.
L’accusa. L’associazione non ha apprezzato infatti alcune dichiarazioni rilasciate dal cantautore durante un’intervista alla versione francese di Rolling Stone. L’azione legale è stata intrapresa proprio quando Dylan era a Parigi per essere insignito della Légion d’Honneur. In quei giorni il magazine transalpino aveva anche pubblicato una lunga chiacchierata nella quale Dylan tracciava paralleli tra lo scontro razziale negli USA e la guerra nell’ex Jugoslavia, in particolare la radice etnica dei massacri fra croati e serbi.
Le parole. Un passaggio in particolare ha scatenato le ire della "Criccf" (questo l’acronimo dell’associazione Conseil représentatif de la communauté et des institutions croates de France, ovvero "consiglio rappresentante la comunità e le istituzioni croate in Francia"). Il passaggio in cui Dylan paragona le discriminazioni e l’odio razziale tra popoli: "Se nel tuo sangue hai DNA in comune con uno schiavista o uno del Ku Klux Klan, i neri lo sentono. Quella roba rimane addosso, così come gli ebrei riescono ad annusare sangue nazista, o i serbi quello croato".
La reazione. Il "Council of Croats" si è indignato e ha querelato Dylan e l’edizione francese della rivista. "E' un incitamento all'odio", ha affermato Vlatko Maric, segretario dell'organizzazione croata. "Non si possono paragonare i criminali croati a tutti i croati".