09 Dicembre 2014
Dal Giappone una nuova tendenza: basta cantanti in carne ed ossa, meglio il digitale
Gli “ologrammi di star” sono il futuro della musica live. La rivoluzione digitale è inarrestabile. Secondo i giapponesi, sebbene questa conclusione arrivi diversi anni dopo l’intuizione di Damon Albarn e fumettista Jamie Hewlett, padri del progetto Gorillaz, l’industria discografica sarebbe a un passo da un cambiamento radicale. Anzi, il processo di trasformazione sarebbe già in atto. Lo prova Hatsune Miku, la cantante più venduta sulle piattaforme Android nonché la prima tra le applicazioni gratuite più scaricate. Fin qui, nulla di strano, se non fosse che Hatsune è un ologramma. Nato nel 2008 come avatar di un sintetizzatore vocale, ha infatti progressivamente acquistato una vita propria grazie ai contributi interattivi dei fan fino ad assumere rilevanza internazionale sulla scorta del lancio della versione in inglese. E’ è stata proprio quell’ultima trovata a sdoganare l’ologramma Hatsune Miku sui palcoscenici della tranche nordamericana del tour di Lady Gaga in qualità di supporter. Persino l’eclettico Williams, sempre attento alle novità del mercato multimediale prima che musicale, ha firmato il remix di una hit di Miku che lo ha portato a esibirsi al fianco del famigerato ologramma in gonnella del colosso Crypton Future Media nel corso del Late Show di David Letterman, in diretta Tv. Miracolo della condivisione online, le canzoni di Miku, quasi 100mila fino a oggi, sono state scritte dalla comunità web e mobile. E’ un nuovo modello di celebrità pop sia partecipativa che anti-gerarchica”, ha scritto il New York Magazine.