Music Biz
Ghali contro Tale e Quale: “Non c’era bisogno di ricorrere al Blackface per imitarmi”
Il rapper milanese furioso per l’imitazione di Sergio Muniz.
Ghali Amdouni non ha gradito l’imitazione che Sergio Muniz ha fatto della sua “Good Times” durante la finale di “Tale e Quale show”.
Il rapper milanese di origini tunisine ha seguito da casavenerdì scorso la finale della competizione tra i personaggi famosi che si trasformano in icone della musica e che ha segnato il ritorno in studio di Carlo Conti dopo aver contratto il coronavirus. Ghali non ha potuto fare a meno di notare un particolare. Nel mirino della sua critica non è finita l’esibizione, ma il trucco che ha scurito il volto dell’artista.
Il 27enne autore dell’album DNA ha commentato il tutto attraverso una storia su Instagram: “Bastava l’autotune e un bel look. Non c’è bisogno di fare il BlackFace per imitare me o altri artisti. Potete dire che esagero, che mi devo fare una risata e che non si vuole offendere nessuno, lo capisco. Ma per offendere qualcuno basta semplicemente essere ignoranti, non bisogna per forza essere cattivi o guidati dall'odio. Si può anche essere delle brave persone e non sapere che la storia del BlackFace va ben oltre un semplice make up, trucco o travestimento”.
Il rapper ha poi pubblicato un breve excursus storico sul BlackFace, un fenomeno che affonda le radici nel teatro americano della seconda metà dell’Ottocento ed è stato esaltato nel film “Nascita di una nazione” di Griffith che ha segnato la rinascita del Ku Klux Klan, seguito da un articolo dal titolo “Cari italiani smettete di dipingervi la faccia di nero”.
Ghali ha poi proseguito rivolgendosi direttamente alla rete e alla trasmissione: “Non facciamo una bella figura né con chi è meno superficiale in questo Paese e nemmeno con chi ci guarda da fuori. Ci sono tante caratteristiche che si possono riprodurre e imitare in un personaggio. È la seconda volta che mi emulate in questo modo, dipingendo la faccia oltre a fare commenti usando luoghi comuni e paragoni su aspetto fisico e bellezza. Non mi sono offeso, davvero. Ma nemmeno ho riso. Bastava l'autotune e un bel look. Perché il BlackFace è condannato ovunque, specie in un anno come questo, in cui gli avvenimenti e le proteste sono state alla portata di tutti”.
Non è la prima volta che il talent finisce nell’occhio del ciclone a causa del viso dipinto di nero degli imitatori che vi partecipano. Già in occasione della seconda puntata di questa edizione, andata in onda a settembre, a seguito dell’esibizione di Barbara Cola trasformata in Tina Turner fu lo stesso Carlo Conti ad intervenire precisando: “A Tale e quale facciamo tutti i grandi artisti. A noi non interessa il colore della pelle o la loro religione. Per noi sono celebrazioni di grandi artisti”. Una sottolineatura che non è servita a prevenire un nuovo polverone.
(Credits photo: Instagram/ghali e mariemapeverell)