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Mogol e la rottura con Lucio Battisti: “Volevo il 50% dei ricavi”
Il cantautore parla del rapporto con i tanti cantanti con cui ha lavorato
Mogol, al secolo Giulio Rapetti, si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato dei successi musicali che hanno segnato la storia della canzone italiana e delle amicizie (ma anche delle rotture) che hanno contraddistinto la sua vita. Una vita segnata anche da incontri ravvicinati con la morte: “Ho avuto una vita incredibile, ho corso molti pericoli. E ho rischiato la vita più di una volta”. La longevità la attribuisce infatti a una sorta di protezione divina, ma anche alla fortuna.
Luigi Tenco
Come paroliere ha stretto rapporti con tantissimi cantautori italiani, tra cui Luigi Tenco. Di quel tragico Sanremo, disse: “Si era fissato con ‘Ciao amore’. Non ero d’accordo: il brano era quello, ma Tenco non era uno da Sanremo”. A lungo tentò di dissuaderlo, ma alla fine andò e si tolse la vita quando venne escluso.
Mina
La sua vita si è poi intrecciata con la carriera di Mina: “Una grande artista, anche se non volle ‘Il mio canto libero’. La convinsi però a cantare Il cielo in una stanza di Gino Paoli”. E sul suo ritiro dalle scene: “Credo per la stessa ragione con cui io all’epoca convinsi Lucio Battisti a farlo: l’eccessiva presenza ti annulla, l’assenza ti rende grande. È la lezione di Vasco Rossi”.
Gianni Morandi e Zucchero
Di Gianni Morandi spiega che “voleva smettere di cantare. Ci chiudemmo in casa, in pigiama, Gianni si mise a suonare e io scrissi d’istinto ‘Canzoni stonate’. Così rinacque”. Con Zucchero, invece, il rapporto non fu idilliaco nonostante “gli ho fatto lezione per sei mesi”. Il paroliere ha invece smentito la notizia di avergli detto “sei in un mare di m****a” come invece sostenuto dal cantante. “No, gli dissi che lui era in cucina. E lo feci per spronarlo”.
La rottura con Lucio Battisti
Ovviamente non si può parlare di Mogol senza parlare di Lucio Battisti. Un sodalizio unico nella storia della musica italiana, poi la rottura nel 1980 che però “fu solo professionale. “Io rivendicavo un rapporto paritario nella distribuzione dei ricavi, cinquanta e cinquanta. Non andò così”.
L’arcobaleno e i messaggi dall’Aldilà
Un legame che non si è spezzato nemmeno con la morte. Anzi, Mogol ha rivelato di aver ricevuto tramite una medium, il testo de L’arcobaleno, canzone che Battisti gli avrebbe consegnato dall’aldilà. “Un giorno la mia segretaria mi dice che una medium si è messa in contatto con Battisti e che lui, dall’aldilà, ha da consegnare una canzone per me, intitolata ‘L’arcobaleno’. Ovviamente non la richiamo, anzi reagisco con fastidio. Passano i giorni quando sulla copertina della rivista Firma del Diners Club vedo una foto di Lucio circondato da un arcobaleno”.
Un’esperienza simile a è successa anche con Mango, di cui seppe la morte sempre attraverso un arcobaleno: “Ero in auto con mio figlio Francesco, il più piccolo. Lui mi disse che aveva voglia di farmi ascoltare tutte e quattordici le canzoni che avevo scritto per Mango. Mentre passava la musica, in un cielo azzurrissimo e senza una nuvola, scorgemmo una cosa molto strana. Un arcobaleno che andava quasi a incastrarsi in una roccia ricurva, come un cerchio colorato. Non riuscivo a credere ai miei occhi. E la cosa incredibile fu che, arrivati a destinazione, ci raggiunse la notizia che Mango era morto”.