Music Biz
Amy Winehouse, il regista di "Amy": "Era solo una ragazzina"
22 Dicembre 2015
Amy Winehouse, il regista: “L’industria musicale ha bisogno di un cambiamento”. Il regista di Amy è contento del fatto che il suo lavoro abbia procurato al suo agente i sensi di colpa. Il film è stato pubblicato all’inizio di quest’anno, un collage di impressioni e voci di amici e parenti della cantante inglese morta a 27 anni, dopo una lunga battaglia con alcohol e droga. Mentre la famiglia della cantante di “Back to Black” non ha molto apprezzato tale lungometraggio, il regista Kapadia spera che il documentario possa avere un impatto sull’industria musicale, che a suo avviso necessita di un grande cambiamento. Ha detto al The Guardian: “C’è una grande responsabilità. Queste persone crescono in pubblico e spesso quando sei circondato da così tante persone sembra che non ci sia nessuno a cui rivolgersi. Il mio agente in America ha visto il film e si è sentito in colpa e io ho pensato che era quello che volevo- e ha aggiunto- voglio che le persone si sentano complici di quello che è successo ad Amy, siamo tutti responsabili in un modo o nell’altro”.
Fallimento. Questo non è il primo documentario del regista. Nel 2010 infatti ne ha realizzato uno sul pilota di Formula 1 brasiliano, Ayrton Senna, che non ha avuto lo stesso successo di Amy. Ha spiegato: “Faccio i film che nessuno vuole fare.. Se hai alti e bassi magari devi farti forte. Amy ha fatto due album, il primo era ok, il secondo era un capolavoro. Quello di cui aveva bisogno era un fallimento e un po’ di libertà”.