Music Biz
Dopo la pubblicazione del documentario "Leaving Neverland", che ha sollevato nuove accuse di molestie sul Re del Pop, si scatena una nuova polemica che, questa volta, riguarda Barbara Streisand.
La cantante, intervistata dal quotidiano britannico The Times, ha voluto difendere Michael Jackson, ma per farlo si è lasciata scappare delle affermazioni decisamente infelici.
La Streisand avrebbe infatti dichiarato: "I suoi bisogni sessuali erano i suoi bisogni sessuali, che derivassero da un certo tipo di infanzia o da un particolare Dna" e ha aggiunto: "Sì, si può usare la parola molestie, ma quei bambini erano eccitati all'idea di essere lì e sono loro stessi a dirlo oggi, la versione adulta di Wade Robson e James Safechuck. Entrambi comunque sono andati avanti, si sono sposati e hanno avuto figli, il che vuol dire che quegli episodi non li hanno uccisi".
Le affermazioni di Barbra hanno scatenato la polemica social. Lo stesso Dan Reed, regista del documentario, è intervenuto chiedendo se la pedofilia sia in qualche modo tollerata in una parte del mondo dello spettacolo.
“His sexual needs were his sexual needs” - is pedophilia tolerated in parts of the entertainment industry? #leavingneverland https://t.co/LTdq1LXLkg
— Dan Reed (@danreed1000) 23 marzo 2019
A questo punto la cantante, letteralmente travolta dalle critiche, si è affrettata a fare un passo indietro, scusandosi con le vittime: "Io sto male per ciò che hanno vissuto questi ragazzi, ma sto male anche per Michael".
Barbra ha dichiarato che "avrebbe potuto scegliere con più cura le sue parole" e ha tenuto a precisare anche che non c'è circostanza in cui è consentito che un adulto si approfitti di bambini innocenti: "Questi ragazzi dovranno portare questo dolore per sempre. Provo un forte rimorso per quello che ho detto".
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