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Credits: Instagram/giuseppeconte_ufficiale
20 Aprile 2020
L’Italia in quarantena si prepara a ripartire: la riapertura delle attività produttive e il graduale ritorno alla vita normale, denominata “fase 2”, dovrebbe iniziare il 4 maggio. Lo ha confermato anche il Premier Giuseppe Conte in un lungo post su Facebook, nel quale ha sottolineato come sia impossibile pensare di riaprire prima di quella data: “Gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio si iniziano a misurare, ma non sono ancora tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l’abbassamento della soglia di attenzione – ha scritto - Anche i rappresentanti dei governi locali hanno espresso adesione al disegno dell’Esecutivo di adottare un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le Regioni, in modo da procedere, ragionevolmente il 4 maggio, a una ripresa delle attività produttive attualmente sospese, secondo un programma ben articolato, che contemperi la tutela della salute e le esigenze della produzione”.
“Un piano così strutturato – si legge ancora nel post - dovrebbe garantirci condizioni di massima sicurezza nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto. Dovremo proseguire nel confronto con tutte le parti sociali e le associazioni di categoria per ribadire la comune volontà di rafforzare il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, già approvato lo scorso mese di marzo, e di continuare sulla strada del potenziamento dello smart working”.
Sull’inizio della Fase 2 sono stati chiesti chiarimenti anche a Silvio Brusaferro, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: secondo lui bisognerà procedere con estrema cautela e non pensare di poter tornare subito alla vita di prima, perché adesso bisognerà imparare a convivere con il virus. “Bisogna ricominciare dalle attività fondamentali del Paese sempre che ci siano condizioni di sicurezza – ha detto al Corriere della Sera - Convivere col virus significa riprogettare le giornate. No agli orari di punta in tutte le fasi vita quotidiana. Dimentichiamo strade e mezzi pubblici affollati”.
“La parola chiave – ha continuato - è convivere per mesi col virus e rispettare individualmente le regole per evitare il contagio. Nel tempo avremo più conoscenze su come si diffonde il Sars-CoV 2, più farmaci e più strumenti di diagnosi però non fasciamoci la testa. Lo batteremo solo con l’immunità gregge data dal vaccino che non arriverà prima di fine anno”.
Nel frattempo, secondo i dati forniti dalla John Hopkins University, in tutto il mondo i contagi da Coronavirus sono 2.330.259: in Italia l’ultimo report parla di 178.972 contagiati, di cui 47.055 guariti e 23.660 morti.