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Mamme tedesche emettono fattura allo Stato per il lavoro extra svolto durante il lockdown
La simbolica campagna punta ad evidenziare il peso economico del lavoro delle mamme.
Questo lungo periodo di lockdown ha certamente reso più difficile la vita di molte famiglie e, in particolare, quella delle madri lavoratrici che si sono ritrovate a dover gestire contemporaneamente, oltre al proprio lavoro, anche la casa e l'istruzione dei figli.
Così alcune mamme lavoratrici tedesche, guidate da Karin Hartmann, hanno deciso di fare una specie di class-action e di emettere fattura nei confronti del governo federale in quanto molte di loro hanno dovuto svolgere il lavoro di insegnanti per i propri figli, nonostante le tasse pagate per il servizio scolastico (sospeso per l'emergenza sanitaria).
Dal gesto simbolico del gruppo, composto da molte donne in vista (come Rona Duwe, Sonja Lehnert e Patricia Cammarata), è nata una vera e propria campagna nazionale di sensibilizzazione diffusa sui social con l'hashtag #CoronaElternRechnenAb (cioè, I conti dei genitori per il coronvirus). L'obiettivo è quello di far emerge il valore economico del lavoro domestico delle mamme.
Queste mamme tedesche, in altre parole, chiedono un rimborso per il lavoro supplementare e non retribuito svolto durante il lockdown come insegnante, colf, infermiera, cuoca, psicologa, governante (che è andato ad aggiungersi al proprio lavoro, ovviamente). Il valore stimato per queste attività svolte dalla singola madre dall'inizio dell'isolamento ammonta a circa 8 mila euro.
Al momento questi rimborsi non sono stati erogati, ma di certo hanno sollevato un dibattito politico... oltre a non poche polemiche, soprattutto da parte di associazioni, politici e intellettuali conservatori.
(Fonte: ilmessaggero.it)