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Documenti segreti dell'Oms accusano: "La Cina ritardò la diffusione di dati sul virus"

Lo avrebbe rivelato un'inchiesta dell'Associated Press.

Un'inchiesta dell'Associated Press, basata sull'esame di comunicazioni e registrazioni riservate dei vertici dell'Onu nel mese di gennaio, rivela che la Cina avrebbe ritardato la comunicazione dei dati relativi al coronavirus, in alcuni casi perfino nascondendoli.

Sebbene pubblicamente abbia più volte elogiato Pechino per la trasparenza e per la tempestiva condivisione della sequenza del Covid-19 con il resto del mondo, in realtà l'Organizzazione mondiale della sanità sarebbe stata "frustrata" per il comportamento adottato dalla Cina.

Gli scienziati cinesi, grazie all'esperienza con altre epidemie, sarebbero stati in grado di avviare subito l'esame genetico del virus. La presenza del Covid-19 era stata già accertata prima il 27 dicembre 2019 da un centro privato cinese e poi da altri laboratori. Eppure il genoma sarebbe stato tenuto nascosto per oltre una settimana, tanto da indurre l'Oms il 5 gennaio 2020 a dichiarare l'assenza di rischio di trasmissione uomo-uomo. L'inchiesta rivela che probabilmente l'Oms non aveva le leve per pretendere le informazioni necessarie.

Di fatto questi ritardi hanno provocato la diffusione della pandemia. L'inchiesta scagionerebbe i vertici dell'Oms e il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, accusato dal Presidente Usa Donald Trump di essere asservito alla Cina. Quest'ultimo, già a metà aprile, aveva disposto il taglio dei finanziamenti americani all'Organizzazione.

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