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In arrivo un nuovo Dpcm, ecco cosa potrebbe cambiare

Nelle aree a rischio potrebbero essere chiusi bar, ristoranti e parrucchieri. Si discute sull’orario del coprifuoco.

In arrivo un nuovo Dpcm, ecco cosa potrebbe cambiare

Credits: Getty Images

02 Novembre 2020

Tra oggi e domani il Governo dovrebbe firmare il nuovo Dpcm che conterrà misure di contenimento ancora più dure, soprattutto nelle aree con il rischio più alto, ossia le zone dove l’indice di trasmissione ha superato l’1,5. L’esecutivo è al lavoro per cercare di evitare un lockdown totale come quello di marzo e, per questo motivo, le misure più dure dovrebbero riguardare solo alcune regioni. Inizialmente il programma prevedeva di attendere due settimane per verificare gli effetti dell’ultimo Dpcm firmato il 24 ottobre, ma purtroppo la curva dei contagi continua a salire pericolosamente e dunque sono necessari provvedimenti immediati.

A tal proposito, potrebbero essere i governatori a firmare le ordinanze, d’intesa con il Governo, in base alle aree di rischio e agli interventi necessari. Per le chiusure si procederà quindi con un “regime differenziato basato su tre livelli” determinati in base ai parametri indicati dall’Istituto Superiore di Sanità. Il terzo livello è quello nazionale, il secondo è quello con misure più severe riservate solo ad alcune Regioni e il primo è quello con misure ancora più severe e riguardanti solo le aree a rischio alto, ossia quelle che rischiano il lockdown totale. Le zone più a rischio al momento solo le città metropolitane di Milano, Napoli, Genova e Torino, parte del Veneto e alcune regioni come la Campania e la Calabria. Il lockdown dovrebbe essere di circa 2-3 settimane, ma tutto dipenderà se verrà o meno accolta la richiesta delle Regioni di applicare “misure uniformi” su tutto il territorio nazionale.

Nell’ipotesi in cui il lockdown fosse localizzato, in queste aree potrebbero essere chiusi tutti i negozi, compresi bar, ristoranti e parrucchieri, tranne gli alimentari, le farmacie, le parafarmacie, e i tabaccai. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, gli impiegati dovrebbero lavorare tutti in smart working nei limiti del possibile; nelle scuole elementari e per la prima media la mascherina sarà obbligatoria, mentre per le superiori si procederà con la didattica a distanza, così come per le seconde e le terze medie che, con questo Dpcm, potrebbero dunque tornare a fare lezione da casa.

Per quanto riguarda il coprifuoco serale, è probabile che questa misura riguardi tutto il territorio nazionale, con un orario fisso per tutte le regioni. A tal proposito, si sta discutendo in queste ore proprio a proposito dell’orario: il Comitato tecnico scientifico vorrebbe che il coprifuoco iniziasse alle 18, ma il Governo e le Regioni vorrebbero invece far slittare l’inizio alle 20 o alle 21. Dopo l’orario stabilito, si potrà uscire dalle proprie abitazioni solo ed esclusivamente per motivi di lavoro, di salute o di urgenza, esibendo l’apposita autocertificazione. Solo le farmacie e gli alimentari potranno restare aperti anche dopo l’orario dell’inizio del coprifuoco.

L’autocertificazione potrebbe servire anche per gli spostamenti tra le Regioni che potrebbero essere vietati: sarà consentito muoversi dal proprio territorio a un altro sempre per ragioni serie, ossia per motivi di lavoro, salute o urgenza. Chi si troverà fuori dalla propria Regione al momento dell’uscita del nuovo Dpcm, dovrà subito rientrare presso il proprio domicilio. Questa misura è ritenuta necessaria per impedire passaggi nelle aree con il più alto tasso di contagi e per evitare così nuovi focolai.

Il nuovo Dpcm potrebbe contenere anche delle nuove limitazioni per gli esercizi commerciali: i centri commerciali resteranno chiusi nei fine settimana e nei festivi; la chiusura alle 18 che al momento riguarda solo bar e ristoranti potrebbe essere estesa a tutti i negozi inseriti nelle grandi strutture, dove potrebbero verificarsi assembramenti. Gli altri negozi al dettaglio, invece, non dovrebbero subito limitazioni, a meno che non siano i Governatori a stabilire misure più stringenti in base all’indice di contagio. Nei centri commerciali resteranno le regole del distanziamento sociale, dell’obbligo di mascherina e di misurazione della temperatura all’ingresso.

Il Governo, inoltre, sta pensando di vietare lo stazionamento delle persone nei locali pubblici impedendo l’utilizzo di slot machine e altre macchinette per il gioco d’azzardo in luoghi come bar e tabaccai, allineandosi così alla chiusura delle sale giochi e delle sale bingo disposta già col Dpcm del 24 ottobre.

Infine, l’ultimo nodo da sciogliere riguarda le attività industriali: l’esecutivo vorrebbe limitare il più possibile il rallentamento della produzione, ma tutto dipenderà anche dalle zone considerate a rischio. Per tutte le altre attività (testri, cinema, palestre, piscine etc.), resteranno probabilmente in vigore le misure prese con l'ultimo Dpcm.

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