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In California ci sono delle suore che coltivano la cannabis

Redazione 105

“Gli sceriffi lo sanno, mi lasciano fare”

Nella contea di Merced, in California, c’è una comunità di suore autoproclamate; le Suore della Valle, capeggiata da Suor Kate. La loro particolarità è che coltivano cannabis per la produzione di cosmetici e derivati curativi. In California il consumo di cannabis è legale dal 1996, ma a seconda delle città, vengono posti severi paletti alle aziende che la producono, cercando di impedire la riuscita di questo tipo di business. 

Ho scelto un settore che è incasinato – spiega sorella Kate – Probabilmente sarà incasinato e probabilmente dovrò ballare molto e aggirare alcune leggi”. “Gli sceriffi lo sanno, mi lasciano fare", racconta ancora suor Kate, che gestisce una coltivazione di 60 piantine. Le suore non hanno nessuna intenzione di arrendersi, il loro obiettivo è sfidare le leggi locali affinché cambino in favore della produzione sostenibile di cannabis. 

Le suore vivono in un casale, vicino a loro c’è un secondo edificio nella proprietà che le sorelle chiamano “l'abbazia” ed è qui che vengono prodotte le medicine olistiche, ricavate dalla cannabis. Incenso, pomate a base di marijuana e altri generi di rimedi: un'attività molto redditizia prima della pandemia; le suore incassavano fino a 1,2 milioni di dollari all'anno!

Le leggi però sono riuscite a diminuire drasticamente gli introiti a causa di un sistema di tassazione del settore diventato proibitivo. Insomma coltivare la cannabis non è più redditizio, ma suor Kate non si vuole arrendere. La BBC conferma che operare legalmente è molto più costoso che operare illegalmente. Si stima che nel 2021 il commercio sommerso di marijuana sia valso 8 miliardi di dollari, circa il doppio del commercio legale in California.


In Italia è illegale coltivare canapa

Coltivare la canapa in Italia è illegale; a meno che non si tratti di piante di varietà sativa. Le varietà della cannabis light o sativa hanno un principio attivo del tetraidrocannabinolo (THC) presente nella pianta che deve essere inferiore allo 0,6 %; così i prodotti derivati da essa non devono contenere THC superiore allo 0,2 %. La cannabis “light” oggi è molto diffusa in diversi negozietti che commerciano ogni tipo di prodotto derivato: dai dolcetti agli olii alla canapa. 

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