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Un virus più antico di sempre è stato resuscitato dal permafrost siberiano
L’enorme virus è innocuo per gli esseri umani, ma infettivo per le amebe
Un gruppo di scienziati dell'Università di Aix-Marseille, in Francia, è riuscito a compiere una storica impresa: ha scongelato in laboratorio un virus di 48.500 anni fa, il più antico mai resuscitato finora. Il virus è rimasto intrappolato fino ad oggi nel permafrost in Siberia. L’agente infettivo vecchio di 48.500 anni è stato recuperato in uno strato di permafrost a 16 metri sotto il fondale di un lago della Jacuzia, nella parte orientale della Siberia. È un virus gigante del genere Pandoravirus, con un genoma incredibilmente esteso e conosciuto solo in minima parte. Per intenderci si parla di un virus mille volte più grande di quello dell'influenza. Grazie al permafrost è possibile conservare “entità” antichissime: il permafrost più profondo arriva al milione di anni, ma la datazione al radiocarbonio normalmente usata per dare un'età al suolo ghiacciato non arriva più in là di 50.000 anni.
Nell’esperimento sono stati individuati ed estratti 12 virus totali, 9 dei quali si sono rivelati in grado di infettare e replicarsi una volta "scongelati". Si tratta però di virus innocui per piante e animali, ma capaci di infettare le amebe, organismi unicellulari e mutevoli. L’esperimento, innocuo, apre però a delle riflessioni: lo scioglimento del permafrost potrebbe liberare virus pericolosi anche per animali e uomini. Il riscaldamento globale, che ha conseguenze dirette importanti proprio nell'Artico, potrebbe riportare alla luce antichi virus, insieme a enormi quantità di metano e CO2 e senza bisogno dell'intervento materiale dell'uomo. Nel mondo dal 1994 al 2017 sono andate perdute ben 28 mila miliardi di tonnellate di ghiaccio! Lo scioglimento dei due maggiori ghiacciai antartici, Pine Island e Thwaites, ha raggiunto il punto di non ritorno. Insomma i cambiamenti climatici sono sempre più preoccupanti.