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La Cina ha 100 stazioni di polizia illegali all’estero per spiare i cinesi: anche in Italia
Gli avamposti militari servono per controllare e rimpatriare gli esuli
C’è una ong, la Safeguard Defenders, che accusa la Cina di avere istituito oltre 100 stazioni di polizia fuori dai suoi territori nazionali per tenere sotto controllo, e in alcuni casi rispedire in Cina, persone che vivono in esilio. Questo sarebbe possibile grazie ad accordi di sicurezza bilaterali stipulati con alcuni paesi di Africa e Europa. La CNN ha raccolto la denuncia della ong con base in Spagna che ha creato un rapporto in cui si parla di 48 stazioni di polizia cinesi all’estero che si uniscono a 54 rivelate in precedenza. A dare credibilità al rapporto ci sono alcune testimonianze di esuli costretti a rimpatriare in Cina da Parigi, dalla Serbia e dalla Spagna. Le indagini riguardano anche altri paesi come Croazia, Serbia, Romania e Italia.
Il nostro Paese sarebbe fortemente coinvolto in questa faccenda, secondo quanto detto da CNN, con il supporto di Le monde e l’Espresso, "dal 2015 ha firmato una serie di accordi bilaterali di sicurezza con la Cina" ed "ha ospitato 11 stazioni di polizia cinesi, tra cui Venezia e Prato, vicino a Firenze". E "tra il 2016 e il 2018 la polizia italiana ha condotto molteplici pattugliamenti congiunti con la polizia cinese e successivamente in altre città tra cui Napoli, dove Safeguard Defenders ha trovato prove di un sistema di videosorveglianza in aree residenziali, ufficialmente per scoraggiare crimini".
La Cina, però, già interpellata dalla CNN ha negato tutto, specificando che quelle che loro chiamano stazioni di polizia, sarebbero solamente hub amministrativi per aiutare i cinesi nel rinnovo dei documenti e nelle pratiche burocratiche. Anzi, il Ministero degli Affari Esteri cinese non ha per niente gradito le accuse e ha replicato così: “Usare questo come pretesto per diffamare la Cina è inaccettabile".