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Che cos’è la misofonia? Il disturbo è più diffuso di quanto si pensi

Redazione 105

Secondo una recente ricerca in pochi sono consapevoli di essere affetti da questo problema. Ecco i sintomi più comuni

Puoi smetterla di masticare così forte? Niente... come lo scriviamo questo articolo con tutto questo rumore? Vi presentiamo la misofonia, ovvero l’intolleranza verso determinati stimoli sonori. Questo disturbo non è relativo a ciò che tutti troviamo sgradevole e fastidiose come il gesso che graffia la lavagna, il pianto di un bambino o il fischio di un microfono. Stiamo invece parlando dei rumori che a stento vengono percepiti dalla maggior parte delle persone come la deglutizione e la masticazione. La misofonia provoca una forte reazione emotiva: ansia, disgusto, tachicardia, sudorazione esagerata, perdita di attenzione e rabbia.

Secondo un recente studio scientifico appena pubblicato su PLoS ONE, pur essendo una patologia poco conosciuta, si tratta di un fenomeno diffuso: potrebbe esserne affetta circa una persona su cinque. I ricercatori, guidati dalla psicometrista Silia Vitoratou del King’s College di Londra, hanno sottoposto a 776 persone di età superiore ai 18 anni un questionario sui potenziali suoni disturbanti e sulle loro reazioni emotive.

Il 18,4% dei partecipanti ha riferito di sentirsi irritato da alcuni suoni considerati fastidiosi, sperimentando sensazioni di panico e impotenza di fronte a quegli stimoli. Inoltre diverse persone, a cui gli esperti non hanno riconosciuto la misofonia, hanno comunque riferito di provare irritazione quando ascoltano rumori di masticazione. Di tutto il campione, meno del 14% ha dichiarato di essere a conoscenza di questo problema: una percentuale che spiega come la maggior parte delle persone non siano spesso consapevoli della loro patologia.

La speranza di questa ricerca è di far luce sull’esistenza di questo fenomeno, aiutando chi ne è colpito a capire che questo tipo di risposta ai rumori è più diffusa di quanto si creda e suggerendo le giuste terapie per affrontarla.

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