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24 Aprile 2023
Redazione 105
Parafrasando un celebre detto di Alessandro Manzoni, pare proprio che, oggi, sia possibile capire quali sono i gusti in fatto di vino a partire dalla personalità di ciascuno di noi. Una sorta di psicologia del vino, che nulla ha a che fare con sensazioni personali o pattern che si ripetono più o meno simili a sé, ma un vero e proprio studio, condotto dell’Università di Verona e Macerata e pubblicato sulla rivista Food Quality and Preference.
Il progetto, in effetti, rovescia il più consueto "Dimmi che vino bevi e ti dirò chi sei" e il motivo è presto detto: i ricercatori italiani, infatti, hanno puntato a definire se, a partire da una profilazione seria e matematica della personalità del consumatore, si possa riuscire a indirizzarlo verso nuovi tipi di vino, senza che ne rimanga deluso. E così, su quasi 1200 adulti italiani di età compresa tra i 18 e gli 87 anni che hanno preso parte allo studio, i risultati (ottenuti, fra le varie cose, attraverso l'utilizzo del Big Five Inventory, che rileva 5 tratti fondamentali della personalità) sono stati quantomeno interessanti.
Sembra, infatti, che le persone con elevata amicalità (persone altruiste ed empatiche) tendono a preferire vini alcolici, con bouquet complesso e a ridotta acidità. Le persone estroverse amano vini ad elevata acidità, ma anche ad elevata tannicità. Le persone emotivamente stabili apprezzano vini alcolici, corposi, con bouquet complesso e ricercano anche la tannicità, mentre le persone con maggiore volubilità d'umore gradiscono vini con minor corpo e poco tannici, così come anche apprezzano vini sapidi.
Chi ha un'elevata apertura mentale cerca vini tannici e persistenti al contrario di chi è meno avventuroso e più abitudinario, che invece ama vini sapidi e vini poco tannici. La coscienziosità (l'essere ordinato, puntuale e affidabile vs disorganizzato e un po' noncurante) pare non associarsi ad alcuna particolare preferenza.