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Quanti sosia abbiamo? Ecco come risponde la Scienza

Redazione 105

Grazia ai numerosi studi sull’argomento, piano piano siamo vicini ad una conclusione scientifica alla domanda

Chi di noi non ha immaginato almeno una volta di incontrare il proprio sosia? Ecco così che nasce Twin Strangers, un sito che ti permette di individuare quello che può essere considerato il tuo “doppione”, basandosi su un software di riconoscimento facciale. Si può dedurre, infatti, che ci sono poco più di 9,5 milioni di sosia al mondo. Per farla più semplice, su 10 mila persone 11 ne hanno almeno uno da qualche parte. Se poi, si vanno ad aggiungere tutti gli esseri umani che hanno camminato sulla nostra terra, le probabilità che esista o sia esistito qualcuno con la nostra faccia aumentano sempre di più. 

Numerosi sono stati i ricercatori che hanno cercato di dare controprova all’argomento. La ricercatrice australiana Teghan Lucas, per esempio, tempo fa aveva tentato di stimare la probabilità che otto misure facciali, come la distanza fra gli occhi o le orecchie, coincidano (tutte) fra persone differenti: sarebbe una su un miliardo di miliardi, il che ridurrebbe drasticamente le chance di avere un sosia.

Il viso è la parte più variabile del nostro corpo, poiché serve a riconoscerci ed anche a identificare un’appartenenza a una famiglia o a un gruppo etnico. Tramite la somiglianza con parenti o conterranei ha avuto un significato rilevante nell'evoluzione, perché ha aiutato la coesione sociale fin dagli albori della civiltà. 

Seguendo la teoria dei genetisti, più varianti genetiche si hanno in comune, più i due volti risulteranno simili. Quello che però non è ancora chiaro, è la definizione di “sosia”, poiché come afferma il genetista britannico Walter Bodmer, basterebbe un’analisi più accurata per capire che i due ipotetici “doppi” non lo sono realmente. Poi ci sono i sosia delle star che in realtà ingannano solo una ad una prima vista, grazie al trucco ed altri metodi che servono per creare l’illusione. Infine, ci sono i gemelli monozigoti, che condividono a pieno tutte le varianti genetiche possibili. 

Chissà se è difficile crescere con un sosia accanto? A questa domanda risponde lo psichiatra Massimo Di Giannantonio: “Può esserlo se la comunanza, la fusione tipica dei gemelli diventa un carcere da cui non si riesce a evadere, che comprime le proprie potenzialità. A un certo punto della crescita è normale volersi differenziare dall'altro: se entrambi i gemelli condividono l'esigenza di individualizzazione, avere un doppio resta solo un vantaggio, se però uno dei due vuole mantenere una condivisione assoluta e un legame indissolubile, la strada diventa in salita e si possono sviluppare grossi problemi e conflittualità”.

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