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Paola Cortellesi, “C'è ancora domani”: "Ecco il messaggio del film"

Redazione 105

“Il matrimonio non è più l’unico traguardo da tempo, lo sono invece una buona istruzione e un buon lavoro”

Paola Cortellesi debutta come regista con la pellicola C’è ancora domani. Il film in poche settimane si è rivelato un successo, diventando il più visto del 2023. La narrazione si svolge nella Roma degli anni ’40 del secolo scorso e approfondisce diversi temi: dalla violenza di genere al diritto di voto e istruzione delle donne. Si tratta di una pellicola che cerca di fare luce sulle disuguaglianze di genere del passato, alcune delle quali persistono nel nostro presente: talvolta schietto e pungente, il film porta al cinema il talento della Cortellesi come attrice e regista.

Scelta come nuovo volto dell’ultimo numero di Vanity Fair, l’attrice ha rilasciato un’intervista alla stessa testata, nella quale ha raccontato la sua esperienza da regista e chiarificato il messaggio che voleva lanciare. “Il matrimonio non è più l’unico traguardo da tempo, lo sono invece una buona istruzione e un buon lavoro. Su questi diritti dobbiamo puntare”, ha detto la Cortellesi. “Alcuni insegnanti che ho incontrato mi hanno detto che non riescono, con i libri, a fare appassionare i ragazzi alla storia dei diritti delle donne, e vorrebbero ‘sfruttare’ il mio film”.

Quando le è stato chiesto se crede che le nuove generazioni siano meno maschiliste, ha risposto: “Dipende da dove provengono. Io ho disegnato un cerchio: Ivano, operaio, è figlio di un padre tossico. Il ‘ragazzo di buona famiglia’ Giulio è figlio di un padre che magari non è come Ivano, ma da lui ha imparato che, una volta che la donna diventa sposa, è di sua proprietà. Volevo raccontare la questione del possesso, che non è legata solo alla cultura dell’epoca”. La Cortellesi ha voluto fare luce su un problema che resiste nei secoli sotto forme diverse, ma ugualmente allarmanti.

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