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Australia, varata una legge contro il lavoro “fuori orario”

Redazione 105

I dipendenti potranno evitare di rispondere a email e chiamate al di fuori del loro turno, senza rischiare ripercussioni

Vivi bene, lavora meglio. In Australia è appena stata varata una legge che permetterà ai dipendenti di non rispondere a chiamate o email del datore di lavoro al di fuori dell’orario di ufficio. I lavoratori australiani avranno quindi il diritto di “disconnettersi” senza rischiare alcun tipo di ripercussione. 

La legge è nata in risposta ad alcune “derive” dell’era post-Covid: la diffusione dello smartworking e il sempre maggiore utilizzo dello smartphone come strumento di lavoro, ha aumentato a dismisura i casi in cui i dipendenti vengono contattati anche al di fuori dal loro turno, senza poi percepire alcun tipo di compenso “extra”.

Pare che questo tipo di approccio sia stato causa dell’aumento di casi di insonnia e di burnout: diversi Paesi, per questo motivo, stanno adesso provando a correre ai ripari. In Australia nello specifico la legge dà ai dipendenti “il diritto applicabile sul luogo di lavoro di rifiutare di monitorare, leggere o rispondere a contatti, o tentativi di contatto, da parte del loro datore di lavoro al di fuori dell’orario di lavoro”.

Si tratta di una tutela importante per i lavoratori, anche se non tutti ritengono possa essere davvero efficace: il diritto “a non rispondere” è infatti garantito “a meno che tale rifiuto non sia irragionevole”. 

La “ragionevolezza” del rifiuto viene stabilita sulla base di una serie di fattori, come l’urgenza del contatto, lo strumento utilizzato, la retribuzione straordinaria, il livello di responsabilità del dipendente. Tutti fattori che non sempre hanno un valore oggettivo, quindi restano interpretabili (e non necessariamente a vantaggio del lavoratore).

La Federazione Sindacale Australiana è apparsa invece ottimista: “Permetterà ai lavoratori di rifiutare un contatto lavorativo in orari irragionevoli permettendo un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata”, ha dichiarato. Dello stesso parere è John Hopkins, professore alla Swinburne University of Technology, secondo il quale la legge sarà vantaggiosa per tutti: “Se i dipendenti possono riposarsi davvero, prenderanno meno giorni di malattia e ci saranno meno possibilità che lascino l'azienda”, ha detto alla BBC. E aggiunto: “Tutto quello che beneficia il dipendente, beneficia anche il datore di lavoro”.

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