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Borghese ricorda il naufragio della nave dove lavorava: il racconto

Redazione 105

“Avevo 18 anni, ero già a bordo da circa un anno. È successo che sono esplosi motori a poppa che hanno creato una falla e un incendio molto grande”

Prima di diventare famoso in TV grazie ai suoi programmi, Alessandro Borghese lavorava sulle navi da crociera dove ha imparato il mestiere di chef. Una carriera che non è stata semplice, tanto che si trovò a rischiare letteralmente la vita, come ha raccontato nel corso di un’intervista a Da noi… a ruota libera. Ma cosa successe? La nave a bordo della quale si trovava, la Achille Lauro, affondò per un problema tecnico e tutto l’equipaggio, tra cui c’era anche lui, attese giorni a bordo di una scialuppa prima del salvataggio. 

Ha spiegato: “Un’avventura forte, siamo stati tre giorni a bordo di una zattera, recuperati da una petroliera greca. Sono risalito subito a bordo di un’altra nave per lavorare, come quando cadi da cavallo e devi subito tornare in sella. Avevo 18 anni, ero già a bordo da circa un anno. È successo che sono esplosi motori a poppa che hanno creato una falla e un incendio molto grande”. I momenti che seguirono furono difficilissimi: “Su una scialuppa per tre giorni si sopravvive con tanto spirito di cameratismo e con delle razioni di cibo non proprio buonissime. Però è stata un’avventura forte, che mi ha segnato, ho rischiato”. 

Nessuno a casa sapeva quanto stesse succedendo, in particolare la mamma Barbara Bouchet: “Io ho passaporto americano, mia madre si alza una mattina e c’è la mia nave in fiamme. Il Tg dice che non ci sono italiani a bordo e quindi mia madre si mette in contatto con chiunque. Ci hanno ritrovati solo tre giorni dopo e lei lo ha saputo dalla Tv”.

La sua vita però poco tempo dopo cambiò e fu proprio grazie alla mamma: “Facevo il personal chef e mi arrivò una telefonata per un provino televisivo, una grande emittente era arrivata in Italia e cercava un giovane cuoco per uno dei programmi dedicati a questo mondo. Mia madre, a mia insaputa, mandò una mia foto. Nel frattempo mi chiamano per andare a lavorare tre anni in Cina, dove avrei dovuto dirigere alcuni ristoranti di grande risonanza. Mi sono trovato davanti a un bivio, mio padre era titubante sul fatto che partissi di nuovo e quindi, tra una cosa e l’altra, ho deciso di non andare in Cina”.

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