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Ha orgasmi multipli tutto il giorno: “Non vado neanche più a lavoro”

Redazione 105

“A volte mi sento in preda al panico o dissociata. È un piacere intenso che, se finisce per causarmi dolore, mi fa venire la nausea”

La vita di una giovane donna di 29 anni è stata stravolta da un disturbo raro e debilitante chiamato disturbo dell’eccitazione genitale persistente (PGAD). In un post virale su Reddit, ha condiviso la sua esperienza angosciante, in cui ha descritto la sua condizione. Ma cosa le succede? A quanto pare la sua vita quotidiana è diventata un vero incubo, con episodi ininterrotti di eccitazione che non si risolvono nemmeno con l’orgasmo.

Ha raccontato, rivelando come il suo corpo reagisca in modi inaspettati: “Possono essere da pochi, come 3-5 orgasmi, a più di 25... un giorno credo di averne avuti 50. Sento un formicolio al clitoride che poi si diffonde al retto e alla zona della cervice”. Per lei, la sensazione di piacere si trasforma rapidamente in una fonte di dolore e panico. Nonostante gli orgasmi sembrino un dono, infatti, per questa donna rappresentano una condanna. “A volte mi sento in preda al panico o dissociata. È un piacere intenso che, se finisce per causarmi dolore, mi fa venire la nausea”. 

Questo ciclo di eccitazione e sofferenza l’ha portata a ritirarsi dalla vita sociale e professionale, tanto che ha dichiarato: “Non lavoro e vivo da sola”. I fattori scatenanti della sua condizione possono essere banali e quotidiani. “Indossare certi vestiti o sedermi su superfici dure possono innescare episodi indesiderati”. Nonostante l’angoscia, ha cercato di affrontare la situazione evitando la masturbazione: “Non voglio aggravare i miei sintomi”.

La sua vita è stata segnata anche dalla perdita. “Mi sono persa il funerale di mia madre per paura di provare orgasmi involontari” ha confessato con dolore. Solo il suo fidanzato a distanza è a conoscenza della sua condizione e lei lo descrive come “estremamente comprensivo”. Quanto alla medicina, non le dà alcuna possibilità di guarire: “I dottori rispondono negativamente o non hanno mai sentito parlare di questa condizione”. Ora però ha trovato conforto in un gruppo di supporto per chi soffre di PGAD, cosa che la aiuta a sentirsi un po’ meglio psicologicamente.

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