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Telecamere in bagno per controllare i dipendenti: scoppia la polemica

Redazione 105

Un’azienda cinese ha installato telecamere nei bagni per monitorare le pause. Controllo o violazione della privacy?

Il confine tra controllo sul lavoro e violazione della privacy si fa sempre più sottile. A Shenzhen, in Cina, un’azienda tecnologica, la Lixun Electro-Acoustic Technology, ha deciso di monitorare i propri dipendenti in un modo che ha lasciato molti senza parole: installando telecamere nei bagni aziendali. L’obiettivo dichiarato? Limitare le pause eccessive e scoraggiare chi trascorreva troppo tempo lontano dalla propria postazione.

Ma il dettaglio che ha suscitato indignazione è stato un altro: le immagini dei lavoratori "sorpresi" a indugiare troppo a lungo nei bagni venivano pubblicate su una bacheca visibile a tutti, ribattezzata dai dipendenti il “muro della vergogna”.

L’azienda ha difeso la propria decisione sostenendo che alcuni lavoratori approfittavano delle pause per fumare, giocare ai videogiochi o semplicemente assentarsi per lunghi periodi, rallentando la produttività e creando disagi al team.

Secondo i media locali, le telecamere non riprendevano l’interno delle cabine, ma monitoravano ingressi e uscite, registrando il tempo trascorso in bagno. Se qualcuno superava il limite stabilito, il suo volto veniva esposto pubblicamente come “esempio negativo”.

La notizia ha scatenato un'ondata di indignazione. Molti hanno definito la misura una grave violazione della privacy, mentre esperti legali hanno sollevato dubbi sulla legittimità di un controllo così invasivo.

Non è la prima volta che in Cina si verificano episodi simili: altre aziende avevano già introdotto sistemi di sorveglianza nei bagni per limitare le pause. Tuttavia, il caso della Lixun Electro-Acoustic ha acceso il dibattito su fino a che punto le aziende possano spingersi nel controllo dei lavoratori.

Molte aziende ricorrono già a strumenti per monitorare i dipendenti, ma l’installazione di telecamere nei bagni viene considerata un passo eccessivo e degradante. Alcune realtà hanno adottato soluzioni meno invasive, come timer o badge per regolare le pause, ma l’uso della sorveglianza video ha acceso un acceso dibattito.

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