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C’è un momento in cui siamo più felici? Uno studio dice di sì

Redazione 105

Guarda caso coincide con la fine della giornata lavorativa

Tutti noi abbiamo un momento della giornata in cui ci sentiamo più leggeri, sereni o semplicemente più noi stessi. Ma esiste davvero un’ora universale della felicità? Secondo una recente indagine internazionale, sembrerebbe di sì.

Il sondaggio che ha coinvolto 20 Paesi

Un team di ricercatori ha voluto verificare se esiste un momento preciso in cui la maggior parte delle persone prova emozioni positive. Per farlo, è stato condotto un sondaggio su 5.447 partecipanti provenienti da 20 Paesi diversi, con l’obiettivo di raccogliere dati sulle abitudini quotidiane e sul benessere emotivo. Il risultato? Le 19:00 si sono rivelate essere il momento più ricorrente in cui le persone si sentono più felici.

Perché proprio le 19:00?

Molti hanno indicato questo orario come il più piacevole perché coincide con la fine della giornata lavorativa. È il momento in cui si rientra a casa, ci si dedica alla famiglia, si cucina, ci si rilassa o si pratica un hobby. In pratica è quel momento in cui si può staccare la spina, lasciandosi alle spalle stress e impegni. La felicità, in questo contesto, non dipende solo dall’orario in sé, ma da ciò che si fa durante quell’ora. La sensazione di benessere è legata al tempo libero ritrovato e alla possibilità di dedicarsi a ciò che si ama.

Anche la mezzanotte ha un suo fascino

Lo studio ha rilevato un altro picco emotivo positivo intorno alla mezzanotte. Anche se spesso considerata un momento di stanchezza o riflessione, molti partecipanti hanno associato la mezzanotte a una sensazione di pace interiore. Le emozioni negative, come ansia, irritazione o senso di colpa, tendono a diminuire, lasciando spazio a uno stato d’animo più rilassato.

La vera chiave della felicità? Il tempo per sé

Più che determinare un orario preciso, la ricerca mette in luce l’importanza di ritagliarsi momenti di qualità durante la giornata. La felicità non è legata esclusivamente all’orologio, ma piuttosto al modo in cui si vive quel tempo: dedicandolo a sé, alle persone care, o semplicemente rallentando. Il segreto non è nelle lancette, ma in come scegliamo di gestire i nostri momenti liberi. 

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