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“Ho 30 anni e sono vergine”: la verità dietro la scelta consapevole
Vergine per scelta: la vera storia di chi ha trovato l’intimità lontano dal sesso
Trent’anni e nessuna esperienza sessuale. Questo è il racconto di chi ha ridefinito la propria intimità, lontano da aspettative e tabù. L’anonimo protagonista di questa storia, pubblicata in una rubrica di Betches, offre una prospettiva inusuale e provocatoria.
La scelta di essere vergini a 30 anni
Non si tratta dell’attesa romantica del “vero amore” o un rifiuto presuntuoso dell’intimità. È vergine perché, semplicemente, non gli importa. Una posizione che sfida la società odierna, ossessionata dal romanticizzare il sesso e dal metterlo al centro di ogni discorso.
Secondo l’autore della lettera, “perdere la verginità” è solo un’altra semplice esperienza, non un evento determinante. La sua è la voce di chi non ha mai considerato questo momento come un rito cruciale, ridimensionando l’importanza che la cultura popolare gli ha dato.
Il peso della verginità secondo la sessuologa
Questa stessa visione viene ripresa dalla sessuologa Tara Suwinyattichaiporn. Lei demolisce il concetto di verginità definendolo “puramente culturale” e qualcosa che "contribuisce alla vergogna, non all'empowerment".
Tuttavia, la dottoressa riconosce che l’atto di "perdere la verginità" ha una rilevanza psicologica, influenzando l'autostima e lo sviluppo sessuale di una persona.
Il mito della verginità
Mentre per molti il racconto della "prima volta" è un rito di passaggio, un aneddoto da incorniciare in una storia perfetta, per altri, semplicemente, non lo è.
Un numero crescente di giovani si sta ribellando a questo mito, decidendo di vivere la propria sessualità lontano da aspettative e pressioni sociali. Per loro, l'intimità non si misura in "prime volte" da celebrare, ma nel rispetto di sé stessi e dei propri tempi.