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Jackie Chan: “Tutti volevano un nuovo Bruce Lee, io ero l’opposto”
Jackie Chan ricorda il suo incontro con Bruce Lee e il peso del paragone con una leggenda. Dal rifiuto di essere un clone, è nata una carriera unica
C'è un momento nella vita in cui il destino decide chi sarai, e per Jackie Chan è arrivato a soli diciassette anni.
L’incontro che cambiò tutto
Durante le riprese di Enter the Dragon, mentre recitava a fianco di Bruce Lee, Chan si trovò a essere scagliato contro una vetrata per ben quattro volte. Dopo l'ultima scena, Lee gli diede una pacca sulla spalla e gli chiese se stesse bene. Quell'atto, come ha raccontato Chan a La Stampa in occasione del Pardo alla carriera ricevuto al Festival di Locarno, fu quasi un passaggio di testimone, dato che Bruce Lee sarebbe morto poco dopo. Il mondo del cinema cercava un nuovo volto e vide in Jackie Chan il possibile erede.
Il confronto con Bruce Lee e l’inizio di carriera di Jackie Chan
"La sua scomparsa è stata un grande colpo per i suoi fan e per quel genere di cinema di cui era il re assoluto. Tutti volevano un nuovo Bruce, ma io non ero lui, ero l'opposto" ha confessato Chan, che sentiva costantemente il peso del paragone ad una leggenda.
Non aveva la stessa velocità, le sue tecniche di combattimento erano diverse e, soprattutto, non voleva essere una copia.
La sua genialità emerse proprio nel momento in cui smise di provare a copiare Bruce Lee. Dove Bruce Lee era veloce e letale, Jackie Chan ha portato comicità, acrobazie e una forte autoironia. "Ho lavorato duro per conquistare la mia autonomia, ma alla fine ce l'ho fatta. Da The Young Master in poi ho potuto scrivere, dirigere, coreografare, montare i miei film come volevo". La sua carriera così è diventata un simbolo del coraggio di essere autentici, trasformando il non essere Bruce Lee nella sua maggiore forza distintiva.