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Hai paura degli squali? Nei mari il pericolo è molto più piccolo
Nessuna pinna all’orizzonte: i veri “mostri marini” italiani non mordono… ma pungono eccome
Altro che squali. Se sei tra quelli che escono dall’acqua appena intravedono qualcosa di scuro, forse è il momento di rivedere le priorità. Come emerge da un’analisi di Supereva, nei nostri mari i veri “cattivi” non hanno pinne, ma spine.
I mostri marini che non ti aspetti
Cominciamo dal più fashion: il verme di fuoco. Colorato, scintillante, quasi carino… finché non lo tocchi. A quel punto ti accorgi che quelle “setoline” sono mini-aghi urticanti. Lo trovi tra gli scogli, pronto a rovinarti la giornata con dolore e bruciore che durano giorni.
Poi c’è il pesce scorpione, alias pesce leone: un’eleganza da passerella acquatica, ma con spine velenose che rilasciano tossine da capogiro. Vive tra le rocce basse, quindi occhio a dove metti i piedi. Il dolore? Memorabile.
Non dimentichiamo il più “nascosto”: il pesce ragno, o tracina. Ama sotterrarsi nella sabbia proprio dove cammini sereno. La sua puntura è una fitta secca e intensa, da far passare la voglia di passeggiate in acqua.
Invisibili ma urticanti: i pericoli fantasma del mare
Non solo spine: anche microrganismi come larve planctoniche e residui di anemoni sanno il fatto loro. Prurito, bolle, arrossamenti… e nessuno che ti abbia avvertito prima.
Per fortuna, niente di letale. Ma tra un tuffo e un selfie con la pinna gonfiabile, ricordati di indossare le scarpette da scoglio, non toccare nulla “perché è carino” e avere sempre a portata di mano un po’ di buon senso (e una crema antistaminica).
Perché, diciamolo: il vero terrore marino è una puntura a sorpresa mentre sogni i Caraibi sotto l’ombrellone.