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Le nostre dita potrebbero derivare… dal sedere dei pesci!

Redazione 105

Secondo uno studio pubblicato su Nature, le dita umane deriverebbero da un antico DNA dei pesci

Una recente e sorprendente scoperta scientifica sta riscrivendo la storia dell'evoluzione dei vertebrati. Pubblicato sulla rivista Nature rivela che il codice genetico responsabile della formazione delle nostre dita non è nato dalle pinne dei pesci, come a lungo si è creduto.

 

Il DNA delle mani e dei piedi: non nasce dalle pinne dei pesci

Al contrario, il meccanismo genetico che oggi costruisce mani e piedi è un "riciclo" di un sistema antico che i pesci utilizzano per sviluppare una parte diversa del corpo, vicino alla coda.

Un gruppo di scienziati, lavorando tra Europa e Stati Uniti, ha analizzato il DNA di topi e pesci zebra. La loro indagine ha svelato una connessione inattesa: l'origine delle nostre dita è legata alla cloaca degli antichi pesci, l'apertura usata per espellere rifiuti e riprodursi.

Hanno scoperto che la stessa "ricetta" nel DNA che nei mammiferi dirige la costruzione delle dita, è quella che nei pesci crea la cloaca.

 

Come l’evoluzione ha riadattato il DNA

La conclusione è chiara: la funzione originale di questo codice genetico era completamente diversa. Nei nostri antenati acquatici, il programma serviva solo a creare l'apertura posteriore del corpo. L'evoluzione ha poi semplicemente recuperato e riadattato questo vecchio schema per plasmare le dita nei vertebrati terrestri. 

 

Il verme che conferma il “riciclo” genetico della natura

Questo "riciclo" non è un caso isolato. In un'ipotesi parallela, altri ricercatori hanno studiato la Xenoturbella bocki, un verme marino molto primitivo.

In questo verme, i geni che normalmente formano l'ano negli animali più complessi si attivano attorno all'apertura riproduttiva. Secondo l'evoluzionista Andreas Hejnol, questa è la prova che la natura è una grande economa: una struttura nata inizialmente per la riproduzione può essere stata modificata nel tempo per assumere la funzione di espulsione dei rifiuti.

Entrambi gli studi confermano che l'evoluzione preferisce spesso riadattare i codici genetici esistenti piuttosto che inventarne di nuovi, fornendo una visione affascinante su come sono nate le forme di vita complesse.

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