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Michele Morrone tra i Big al Festival di Sanremo? La sua replica

Redazione 105

Vedremo mai l’attore cimentarsi sul palco dell’Ariston oltre che al cinema?

Il nome di Michele Morrone torna tra i possibili Big del Festival di Sanremo 2026. L’attore, noto per il ruolo in 365 giorni e per le sue esperienze hollywoodiane, a Vanity Fair Stories riflette sulla possibilità di esibirsi sul palco dell’Ariston come cantante. 

In attesa che Carlo Conti annunci ufficialmente la lista dei partecipanti, cosa che dovrebbe avvenire questa domenica, Morrone si mostra cauto ma aperto a valutare la possibilità: “è vero che faccio anche il cantante. Se farei Sanremo 2026? Io ho paura a rispondere. Allora ti dico che dovrei valutare l’offerta, dovrei capire alcune cose. Sanremo è un palcoscenico bellissimo, è il Festival della musica italiana. Però se devo rispondere sul futuro a Sanremo allora ti dico sì, perché no!”.

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Il dietrofront sulla bravura degli attori 

Morrone torna anche sulla sua celebre intervista a Belve, che aveva creato non poche polemiche per le sue risposte schiette e ironiche. L’attore spiega oggi il suo punto di vista: “Se rifarei quell’intervista? Diciamo che la rifarei, ma spiegando prima al pubblico che se tu ti trovi su un ring come quello di ‘Belve’, devi sottostare a delle regole che ha quel programma. Quindi la rifarei, ma rispondendo meno ironicamente. Ero veramente molto ironico”.

L’attore aggiunge poi un commento sulla competenza dei colleghi: tutti gli attori italiani sono più bravi di lui, quasi a giustificare il tono ironico della precedente intervista. All’epoca, infatti, aveva dichiarato che l’attore più bravo di lui era “Alessandro Borghi e basta. Quasi tutti gli altri sono peggio di me”.

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L’incontro con Al Pacino 

Durante l’evento, inoltre, Morrone ha raccontato un episodio significativo della sua carriera, legato alla sua esperienza sul set con due leggende del cinema, Al Pacino e Anthony Hopkins. L’attore ha descritto così il momento prima di girare con Al Pacino: “Un attimo prima di iniziare io ero lì impanicato, ero lì e tremavo come una foglia, Al Pacino era lì, mangiava, scherzava, in realtà lui si diverte e quindi l'insegnamento è quello di divertirsi, perché siamo lì a fare una cosa bella e lui non vedeva l'ora di farlo e io ero lì a tremare”.

Infine ha voluto precisare che se agli inizi aveva accettato ruoli principalmente per motivi economici, oggi può scegliere progetti che lo arricchiscono artisticamente. Nel film Maserati, ad esempio, ha interpretato il fondatore dell’azienda, un ruolo che secondo lui “ha tirato fuori da me delle cose importanti”.

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